L’Italia perde un illustre geofisico: Enzo Boschi, per 12 anni alla guida dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), dopo essere stato capo dell’Istituto Nazionale di Geofisica, dal quale è nato l’Ingv.
Nato il 27 febbraio 1942 ad Arezzo, Boschi è stato per un lunghissimo periodo la ‘voce’ italiana della ricerca in materia di terremoti e vulcani. E’ stato anche al centro di vicende difficili e scomode, dall’evacuazione della Garfagnana a scopo cautelativo del 1985 al terremoto de L’Aquila del 2009, da un processo per procurato allarme a un altro per avere sottovalutato il pericolo, da cui era uscito assolto in Cassazione.
Laureato in Fisica a Bologna, aveva proseguito gli studi in Gran Bretagna, in Francia e negli Stati Uniti. Rientrato in Italia, nel 1975 ha avuto la cattedra di Sismologia nell’Università di Bologna e nel 1982 è entrato a far parte dell’Accademia dei Lincei. Da questo periodo ha cominciato ad avere un ruolo importante nelle istituzioni scientifiche italiane: nel 1983 è diventato membro della Commissione Grandi Rischi e nel 1989 è entrato a far parte del Consiglio Nazionale Geofisico (Conag) controllato dal ministero per l’Università e la Ricerca Scientifica e Tecnologica.
I funerali sono previsti per il 24 dicembre a Bologna.
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