Londra avrà un sindaco musulmano di origini pakistane, candidato dai laburisti

British Labour party candidate for Mayor of London Sadiq Khan (R) poses with his wife Saadiya Khan (L) after voting at a polling station in south London, Britain, 05 May 2016. Londoners head to the polls to elect the successor to London's current Mayor Boris Johnson.  ANSA/HANNAH MCKAY
Foto di Hannah  Mckay per l’Ansa

Sarà Sadiq Khan, musulmano, di origine pachistana,  (nella foto con la moglie), candidato dal partito laburista, il nuovo sindaco di Londra. Secondo un conteggio di metà delle schede è accreditato di un vantaggio di 10 punti percentuali sul rivale conservatore Zac Goldsmith, figlio del finanziere sir James Goldsmith e della aristocratica angloirlandese lady Annabel Vane-Tempest-Stewart, per decenni regina dei salotti e della vita notturna londinese.

In Scozia, invece, i Laburisti devono segnare una nuova sconfitta, e dopo quella delle politiche 2015, finiscono ora addirittura terzi nel parlamento di Edimburgo: dietro gli indipendentisti dell’Snp, che confermano il loro dominio, e persino dietro ai Conservatori.

Il partito di Corbyn tiene invece in Inghilterra meglio di quanto alcuni prevedessero, conservando tutti i consigli comunali chiave, pur perdendo dei consiglieri. Corbyn giudica “eccellente” anche il risultato del Galles. Mentre in Scozia il segretario Labour ha ammesso la sconfitta e sottolineato che ora “c’è molto lavoro da fare” per riconquistare consensi, ma che è pronto a farlo con i membri del partito a nord del confine.

”Il Labour ha completamente perso il contatto coi lavoratori”, ha detto il premier britannico, il conservatore David Cameron, commentando i risultati delle elezioni amministrative e sottolineando che il partito d’opposizione è invece ”ossessionato con le cause della sinistra”. Secondo il primo ministro inoltre, il suo partito esce rafforzato dal test elettorale pur dopo sei anni al governo.

Anche gli euroscettici tornano a crescere con risultati molto soddisfacenti. In Galles l’Ukip per la prima volta conquista sei seggi nell’Assemblea nazionale, e il leader Nigel Farage ha parlato di ”svolta” del suo partito. Successo che non si è ripetuto in Scozia mentre in Inghilterra gli euroscettici, a metà dei seggi scrutinati, possono già contare su 28 posti di consigliere locale, con uno straordinario incremento di 23 rispetto a quelli controllati con le precedenti elezioni.

Liverpool non tradisce e resta laburista. La città dei Beatles, dei portuali e del calcio – un tempo cuore del nord industriale d’Inghilterra – è il primo dei centri urbani interessati dal voto per un sindaco nelle amministrative britanniche a proclamare il risultato definitivo: vince Joe Anderson, primo sindaco eletto direttamente dal popolo in città nel 2012, confermato ora con una maggioranza assoluta del 52,6% dei voti. Alle sue spalle il Libdem Richard Kemp, con oltre 30 punti di scarto, poi i Verdi con un buon 10,9%. Addirittura sesti i Tory di David Cameron: tradizionalmente deboli da quelle parti, ma il cui candidato, Tony Caldeira, è ridicolizzato con appena il 3,6% dei consensi.

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