L’ORRORE DI ASTI/ Al processo per il femminicidio di Floriana Floris, emergono video raccapriccianti girati col cellulare dalla donna che grida: “Ti prego non voglio morire, ho una figlia”. Il compagno assassino replica: “Ammazziamoci insieme”. Poi il buio e l’aggressione mortale

di SERGIO TRASATTI/ Al processo per il femminicidio di Floriana Floris sono emersi dei particolari raccapriccianti. Infatti, la donna, 40 minuti prima di essere uccisa a Incisa Scapaccino nell’astigiano il 6 giugno scorso dal compagno reo confesso Paolo Riccone (57 anni), registrò sette video con il cellulare per denunciare i maltrattamenti che stava subendo. In una registrazione Floriana Floris dice: “Faccio questo perché se succede qualcosa, sapranno cosa mi hai fatto. Questo non è amore. Non voglio morire. Voglio vivere perché ho una figlia”.

L’ultimo video. Nell’ultimo filmato, invece, la donna chiede aiuto mentre il compagno assassino le dice: “Ammazziamoci insieme”. Con la vittima che grida: “Io mi chiudo in bagno, Dio, aiuto! Dio, aiutami, aiutami Dio”. Poi il buio e l’aggressione mortale. Di questi video terribili ha parlato lunedì 26 febbraio lo psichiatra Raffaele Pugliese, consulente della pm Eleonora Guerra, durante la prima udienza del processo davanti alla Corte d’Assise di Alessandria.

Altri dettagli dell’orrore. In un video, in particolare, si sente l’uomo dire: “Ti amo”. Con la vittima che risponde: “Questo non è amore. Se mi tratti così io voglio andarmene. Domani vado dai carabinieri a denunciarti e poi vado dagli assistenti sociali: che mi trovino un’altra casa, prima che io torni a lavorare”. Ricordiamo, infatti, che Floriana Floris, 49enne originaria di Milano, aveva perso il lavoro ai tempi del Covid e dal 2021 viveva in Piemonte a casa del padre del compagno.

La ricostruzione dello psichiatra dei momenti che precedettero l’omicidio. Lo stesso psichiatra Raffaele Pugliese ha poi ricostruito i terribili attimi prima del delitto. Quel drammatico giorno, tra la vittima e il compagno era scoppiata una discussione perché lei era esasperata dalla dipendenza dagli psicofarmaci di lui. L’uomo cercò di strapparle il cellulare dalle mani senza riuscirci e lei replicò che lo avrebbe lasciato.

Il racconto dettagliato dello stesso psichiatra. Il professor Raffaele Pugliese ha spiegato alla Corte: “L’imputato, di fronte alla possibilità concreta di perdere il possesso della donna, che riteneva di sua proprietà, le disse che senza di lei non poteva vivere e le propose un suicidio di coppia. La donna rifiutò e lui la uccise”.

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