“Valorizzazione dell’origine della materia prima agroalimentare e lotta alla contraffazione nell’anno di Expo”, sull’argomento si terrà un convegno organizzato dal Corpo Forestale dello stato in collaborazione con l’Accademia dei Georgofili il prossimo 2 ottobre a Firenze. Tra i relatori ci sarà la parlamentare del Pd e capogruppo della commissione anticontraffazione della Camera , Susanna Cenni (foto), che farà il punto sull’azione del Parlamento in campo di tutela del sistema agroalimentare, dopo l’approvazione della relazione sui distretti produttivi italiani: dall’agroalimentare al tessile, alla moda, che ha visto la commissione d’inchiesta impegnata in oltre un anno di indagini e audizioni.
Al convegno parteciperanno anche Giampiero Maracchi, Presidente dell’Accademia dei Georgofili; Aldo Natalini, sostituto procuratore presso la Procura di Siena; Francesca Rocchi, vice presidente di Slow Food; Mauro Rosati, segretario della Fondazione Qualivita; Giuseppe Vadalà, comandante regionale del Corpo forestale dello Stato per la Toscana; Marco Remaschi, assessore regionale all’agricoltura.
“L’agroalimentare è un settore strategico per il nostro Paese – spiega Cenni – che rappresenta l’8,7% del Pil nazionale per un giro di affari di 119 miliardi di euro. Un settore che crea ricchezza e occupazione e su cui sono ancora di più concentrati gli sforzi del Governo visto che parliamo di un terreno strettamente collegato alla sicurezza alimentare. L’Italia è il primo Paese in Europa ad avere una norma per etichette chiare e trasparenti, a tutela dei prodotti tipici e tradizionali e a vantaggio dei consumatori, che saranno più informati sulla qualità e le caratteristiche di quello che mangiano”.
“Un passo in avanti nel segno della trasparenza -sostiene la Cenni – è stato dimostrato anche pochi giorni fa con l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del primo atto per reintrodurre il luogo di produzione e confezionamento dei prodotti nelle etichette. L’augurio è che questo atto di trasparenza possa trovare accoglienza e riscontro positivo in sede comunitaria perché solo così si potrà salvaguardare il consumatore, tutelare una parte fondamentale della nostra economia dal dilagante fenomeno della contraffazione, proteggere le filiere del vero Made in Italy e sostenere l’export con azioni di contrasto all’Italian sounding. In questo senso vanno riconosciuti anche i risultati ottenuti dalla commissione parlamentare di inchiesta che ha chiuso, dopo oltre un anno di indagini, con l’approvazione delle relazioni finali il lavoro svolto sul fronte dell’anticontraffazione nei settori dell’agroalimentare, del tessile, della moda e del calzaturiero. Un percorso che ci ha permesso di ascoltare testimonianze, raccogliere dati e trarre indicazioni indispensabili per rafforzare i presidi di legalità, aggiornare strumenti e strategie e per dare riconoscibilità ai sistemi produttivi italiani, come l’agroalimentare, per meglio rafforzarne la presenza nei mercati nazionali e internazionali”.
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