di SERGIO SIMEONE – Alcuni giornali hanno corredato l’articolo che riferiva dell’incontro tra il nostro ministro dell’Interno ed il premier ungherese Viktor Orban con una fotografia a dir poco inquietante: si vedono i due in cima ad una torretta, e Matteo Salvini, in primo piano, armato di cannocchiale, scruta l’orizzonte, mentre si intravede in basso un rotolo di filo spinato. E’ chiaro che ciò che il nostro ammira estasiato non è il panorama, ma la lunghissima distesa di filo spinato, che “difende” l’Ungheria dagli immigrati che potrebbero arrivare dalla Serbia.
Sono sicuro che chiunque abbia visto quella foto non ha potuto non andare con la mente alla scena, tante volte vista nei film sul nazismo, di una sentinella delle SS, che sorveglia un lager dove sono rinchiusi gli ebrei destinati ai forni crematori. Ma se questa fotografia è così ripugnante perché Salvini si è fatto ritrarre in quella posa? Qualcuno potrebbe pensare che Salvini nel momento in cui veniva fotografato non immaginava che la foto sarebbe stata poi pubblicata, magari da qualche giornale che lo voleva mettere in cattiva luce.
Io, invece, non la penso così. Penso che Savilni stia sottoponendo gli italiani a degli stress test: prima la diffusione sui social della sua foto con il mitra, poi la pubblicazione della sua autobiografia affidata all’editore di casa Pound, infine la sua fotografia sulla torretta in atteggiamento di sentinella delle SS. Se gli italiani , anziché avere un moto di sdegno, nei prossimi sondaggi gli confermeranno la loro fiducia o addirittura la accresceranno, vuol dire che un’alta percentuale di nostri connazionali sono disponibili a veder trasformare il nostro Paese in un enorme lager. Per ragioni di sicurezza, naturalmente.
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