E’ salito a 842 il numero dei morti finora accertati provocati dall’uragano Matthew (Matteo) su Haiti e sulla costa della Florida. Incalcolabili i danni causati dalle devastazioni fatte da vento a oltre 100 chilometri l’ora misto a vere e proprie bombe d’acqua. L’uragano è arrivato a meno di 400 chilometri a nord di Miami.
Ora la sua forza sembra essere calata ed è stata declassata da livello 4 a livello. L’Agenzia spaziale americana (la Nasa) nelle ultime immagini raccolte ha visto che l’uragano ha sviluppato dei cerchi concentrici di precipitazioni. “Quando ciò accade c’è una transizione da un piccolo ‘cuore’ estremamente intenso di venti ad un campo d’azione dei venti più diffuso, ma meno intenso”, spiega Scott Braun, metereologo del Goddard Space Flight Center della Nasa nel Maryland. “Nel caso di Matthew – continua Braun – la velocità dei venti si è ridotta da 225 a 193 chilometri orari e l’uragano declassato dalla categoria 4 a 3”.
Ma il governatore Rick Scott invita comunque i residenti a stare vigili: “Non è finita”, il fenomeno temporalesco può ancora colpire direttamente e il rischio di inondazioni è ancora forte. Al momento – ha spiegato – 600mila abitazioni sono senza energia elettrica ma tutte le autostrade e strade principali dello stato sono aperte. Le famiglie le cui case sono state distrutte stanno cercando riparo nei 1.300 rifugi temporanei che sono stati attivati in tutto il Paese.
Obama ha lanciato un appello agli americani e li invita ad aiutare Haiti. Il presidente ha avuto un breve incontro con la stampa nella sede della Protezione civile a Washington. Secondo gli operatori umanitari, gli Stati Uniti sono alle prese con la più grande crisi umanitaria dai tempi del terremoto del 2010. Poi il presidente torna a invitare i connazionali a sgomberare le aree a rischio: “Possiamo sostituire le case, non le vite”, ha detto.
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