Lutto per la Medicina: addio a Franco Mandelli, una vita dedicata a combattere le leucemie

“Addio al nostro presidente , professor Franco Mandelli, una vita dedicata alle malattie del sangue e alla solidarietà”. Così il profilo Facebook dell’Associazione italiana contro le leucemie annuncia la morte di Mandelli: “anima della mostra organizzazione di cui era presidente onorario e fondatore del Gimema”.

Mandelli, nato 87 anni fa a Bergamo, si è laureato a Milano nel 1955 per poi trasferirsi prima a Parma e successivamente a Roma, dove diventa una figura di spicco nella lotta alle malattie del sangue, in particolare contro il linfoma di Hodgkin e delle leucemie acute. Era presidente del gruppo italiano malattie ematologiche dell’adulto (Gimema) e dell’Associazione italiana contro le leucemie (Ail). “Ha pubblicato più di 700 studi scientifici. L’Ail tutta si stringe con riconoscenza e grande affetto alla sua famiglia”, si conclude così il messaggio dell’associazione su Facebook.

Mattarella: ora proseguirne l’opera con impegno – “La morte del professor Franco Mandelli mi addolora profondamente. La sua testimonianza di vita figura a buon diritto fra gli italiani che hanno contribuito a rendere migliore la nostra società. Il suo lungo, costante e prezioso contributo ad assicurare l’esistenza di donne, uomini e bambini del nostro Paese, e non soltanto di esso, si è espresso nel valore della sua ricerca scientifica, continuamente avanzata, nell’insegnamento, nella formazione di tanti medici e ricercatori, nelle numerose iniziative di solidarietà e di promozione della prevenzione delle malattie. Esprimo ai suoi familiari la più grande solidarietà e ai suoi allievi e collaboratori, l’esortazione a proseguirne l’opera con la stessa dedizione e lo stesso impegno”. Lo afferma, in una nota, Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

L’Ail: grazie a lui curati molti tumori del sangue – “Un uomo straordinario che ha insegnato a tutti noi cosa significa avere un obiettivo e lottare per perseguirlo. Il suo è sempre stato uno dei più difficili, ma oggi, se molti dei tumori del sangue che fino a poco tempo fa erano letali e ora possono essere curati e in certi casi guariti, è il frutto della tenacia di un piccolo, grande, immenso uomo”. E’ il messaggio consegnato a Facebook dell’Ail, Associazione Italiana contro le Leucemie, per commemorare la figura del professore Franco Mandelli, “il papà dell’ematologia”, come lo definisce l’Ail stessa, che chiude il messaggio con un saluto colloquiale e affettuoso: “ciao Prof”.

Gimema: ha rivoluzionato le cure delle : malattie del sangue – Franco Mandelli era “uno scienziato che ha rivoluzionato la cura delle malattie del sangue, il fondatore del Gimema. Un uomo che ha dedicato tutta la sua vita ai pazienti, creando l’Ail. Una grande perdita per il Gimema, per Ail, per la medicina italiana”. Così, sul suo profilo Facebook, la Fondazione Gruppo italiano malattie ematologiche dell’adulto saluta il professore, a cui dedica anche un’altro post, con una foto di Mandelli e la scritta ‘Grazie Professore’.

Lorenzin: ora sostenere la ricerca nel suo nome – “Il mondo scientifico e la società civile dicono, oggi, addio al professor Mandelli, uomo di straordinaria umanità, scienziato italiano tra i più grandi al mondo”. Così Beatrice Lorenzin, ex ministro della salute, ricorda Franco Mandelli. “Grazie al suo lavoro – continua – ha donato speranza e nuova vita a migliaia di persone. Il miglior modo per omaggiarlo e ricordarlo, mantenendo viva a la sua testimonianza – sottolinea l’ex ministro – è quello di continuare a sostenere la ricerca in maniera attiva, come lui ha fatto per tutta la sua esistenza”.

Veltroni ne ricorda la grande generosità – “La scomparsa di Franco Mandelli lascia un vuoto grande. Innanzitutto nel mondo cui ha dedicato la sua vita: quello della medicina, della ricerca, della lotta a terribili malattie. E tra le migliaia di persone che ha curato: con competenza, senza risparmio di energie. Con umanità. È una grave perdita per la comunità scientifica internazionale”. Lo dichiara Walter Veltroni .”Il Paese, la città di Roma – continua Veltroni – gli sono debitori. In questo momento di autentica tristezza, nell’esprimere vicinanza ai suoi familiari, ai suoi collaboratori e allievi, voglio anche ricordare il suo costante impegno per tantissime iniziative di solidarietà. E il suo impegno civile e civico, che lo portò nel 2006 a candidarsi al Consiglio Comunale di Roma e a guidare la Lista Civica che mi sosteneva. Anche per questo gli sono grato e lo ricorderò sempre con grande affetto e riconoscenza”.

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