Macron nomina un primo ministro di destra, poi con la Merkel rafforza l’asse franco-tedesco

Emmanuel Macron, a 24 ore dal suo insediamento all’Eliseo nella carica di presidente della Francia, ha nominato Edouard Philippe,  nuovo primo ministro del governo francese. Poi è partito per Berlino, dove ha incontrato Angela Merkel con il dichiarato proposito di ravvivare quell’asse franco-tedesco come architrave dell’Europa.  Edouard Philippe, 46 anni, sindaco di Le Havre, ha iniziato a fare politica come socialista ma è poi passato nella destra sotto la bandiera dei républicains sotto l’ala protettiva di Juppé, il candidato alla presidenza battuto alle primarie da Fillon, a sua volta escluso dal ballottaggio.

Anche lui precocemente impegnato in politica, Edouard Philipp milita per due anni nel Partito socialista con Michel Rocard, primo ministro di Francois Mitterrand. Nel 1995 si iscrive all’Ena, poi entra al Consiglio di Stato. Ci resta 5 anni ma la sua ambizione è quella di entrare in politica, perciò si lega al sindaco di Le Havre, Antoine Rufenacht, vicino ad Alain Juppé. Il quale nel 2002 gli propone di aiutarlo a creare ‘il primo grande partito della destra’. Nel 2007 entra a far parte del gabinetto di Juppé, come ministro dell’Ecologia, sotto la presidenza Sarkozy. Nel 2010 arriva il suo grande momento:  viene eletto sindaco di Le Havre, al posto di Rufenacht. Nel 2014 promette che in caso di riunificazione della Normandia, nel quadro della riduzione del numero delle regioni in Francia voluta da Francois Hollande, percorrerà a nuoto il bacino del commercio di Le Havre. Mantiene la promessa. Per lui sono importanti la parola data, la trasparenza, il rigore. È  sposato e ha 3 figli.

“Sono un uomo di destra e tuttavia tutto il mio impegno è ispirato dall’interesse generale”, ha dichiarato Philippe nel breve discorso di ringraziamento e, rivolgendosi direttamente al suo predecessore Bernard Cazeneuve, ha detto: “Lei è di sinistra, io sono di destra, questo non la sorprenderà e tuttavia entrambi abbiamo stima per l’altro. E sappiamo che l’interesse generale deve guidare tutto l’impegno dei politici, dei rappresentanti dello Stato e dei nostri concittadini”.

L’Asse Parigi-Berlino.  Ma ritorniamo all’inc0ntro di Berlino. Angela Merkel e Emmanuel Macron rilanciano un nuovo dinamismo nelle relazioni tra Germania e Francia. Convinti, entrambi, che, se necessario, i trattati europei si possono cambiare. “Abbiamo concordato che lavoreremo insieme in modo molto stretto, ha detto la Merkel nella conferenza stampa dopo il suo incontro con il capo dell’Eliseo.  “Sono consapevole che in un momento molto critico dell’Ue vanno prese decisioni giuste”, ha aggiunto.

La Cancelliera ha parlato di “progetti sul sistema fiscale per dare impulso all’Europa”.  “Vogliamo sviluppare una road map – ha argomentato-: c’è una convinzione comune che non possiamo soltanto occuparci della Brexit, ma che dobbiamo pensare anche all’approfondimento dell’Europa”.

“La modifica dei trattati era un tabù francese. Per me non lo è”, ha affermato Macron. Il nuovo capo dell’Eliseo ha sottolineato la necessità per la Francia di fare le riforme, ma bisogna anche “sburocratizzare l’Europa”. “Il mio compito – ha detto – è difficile, non ho dimentaticato il voto della rabbia”. Quanto al presidente dell’Ue, Juncker, ha lamentato, “non ha soldi freschi. Quello di cui abbiamo bisogno sono soldi freschi. Servono investimenti per il futuro dell’Europa”.

 

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