di ROMANO LUSI – La riunione dei capigruppo del Senato (foto) ha fissato oggi per martedì 20 agosto le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla crisi di governo e il conseguente voto sulla mozione di sfiducia presentata contro di lui dalla Lega; ma, a causa di una forzatura della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, su questo calendario sarà chiamata l’aula a decidere e quindi la seduta straordinaria del Senato è stata fissata per domani, 13 agosto. E non si sa quanti senatori riusciranno a raggiungere la capitale per esprimere il loro voto. Sulla carta i senatori favorevoli alla data del 20 agosto sarebbero 159 (tra M5s, Pd, gruppo misto) mentre quelli che, assecondando la fretta di Salvini, vogliono accelerare la caduta del governo (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) sarebbero 131.
Comunque vada a finire, si assisterà – o prima o poi – all’assurdità di una mossa machiavellica del capo leghista di portare i senatori a votare una mozione di sfiducia della Lega contro un governo di cui fanno parte… ministri leghisti, tra cui lo stesso Salvini (che è uno dei due vicepresidenti)!
Una pagliacciata del genere (ma pericolosa per il Paese nell’attuale situazione economica) non si era mai vista. E perché? Per la foia di un uomo, il Salvini, di andare all’arrembaggio della poltrona di Palazzo Chigi nella convinzione che gli elettori continueranno a dargli i voti necessari alla realizzazione di questa ambizione.
Nessuno avrebbe previsto, fino a qualche settimana fa, che in Italia si sarebbe arrivati a questo livello: un vicepresidente del Consiglio, il Salvini, che, dopo aver elogiato, fino al giorno prima, il capo del governo, Giuseppe Conte, presenti in Senato, il giorno dopo, una mozione di sfiducia contro di lui. Doveva presentarsi alla ribalta dello scenario politico un “ministro da spiaggia” come lui per assistere a uno spettacolo del genere.
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