di ENNIO SIMEONE – Prima ha applaudito la giornalista per la domanda elegantemente allusiva alla sua propensione o disponibilità a farsi eleggere alla carica di presidente della Repubblica, poi ha risposto senza nascondere la sua aspirazione a ricoprire la massima carica dello Stato, negando la sua indispensabilità o insostituibilità alla guida del governo, che potrà proseguire nel percorso tracciato purché continui ad essere sostenuto da una larga maggioranza (senza precisarne, ovviamente, il “perimetro”). Così Mario Draghi – nella lunga conferenza stampa che ha tenuto dopo la riunione con la “cabina di regìa” – ha tolto il velo della riservatezza sul futuro che lui immagina e che coltiva per se stesso e per la guida del nostro paese.
Queste per l’esattezza la domanda di Antonella Cuppari (foto a sinistra), giornalista del “Quotidiano Nazionale” (La Nazione + il Resto del Carlino) : «Lei ha fatto il punto sui risultati del governo. Ritiene che per completare l’opera sia indispensabile che la legislatura continui per un altro anno? E nel caso, considera necessario per garantire continuità al lavoro del governo che lei rimanga alla guida?”
Ed ecco la risposta testuale di Draghi: “Applaudo alla domanda perché ha saputo interpretare quello che passa nella testa di quasi tutti i colleghi che sono qui oggi, quindi se rispondo, nessuno mi faccia più questa domanda. Noi abbiamo conseguito tre grandi risultati: abbiamo reso l’Italia uno dei Paesi più vaccinati d’Italia, abbiamo consegnato in tempo il Pnrr e abbiamo raggiunto i 51 obiettivi. Quindi abbiamo creato le condizioni perché il lavoro sul Pnrr continui indipendentemente da chi ci sarà. Le persone sono sempre importanti ma l’importante è che il governo sia sostenuto da una maggioranza come quella che ha sostenuto questo governo. La più ampia possibile, e voglio ringraziarla perché non è facile per i partiti lavorare insieme con punti di partenza drammaticamente diversi, in certe circostanze. Ora basta domande di questo tipo...”..
Come si vede, non c’è spazio per gli equivoci. Anzi di più. Il campo delle ipotesi che da giorni “infestano” letteralmente tutti i talk show sulla scadenza del mandato settennale dell’inquilino del Quirinale è stato sgomberato: prima vi ha provveduto lo stesso Mattarella con il suo giro di saluti e congedi, nonostante i “bis” da cui è stato subissato, e oggi vi ha provveduto Draghi con la perentoria affermazione che il progetto di governo che ha impostato non impone che sia necessariamente guidato da lui fino alla fine della legislatura. Il mio governo ha creato queste condizioni indipendentemente da chi ci sarà dopo». Naturalmente, ha aggiunto, è auspicabile che il governo sia supportato da una maggioranza ampia come lo è quella che sostiene questo governo.
Infine ha ricordato i tre obiettivi che si era dato nell’assumere la guida del governo: «Abbiamo somministrato 15,6 milioni di terze dosi e raggiunto 3/4 della popolazione, perciò invito tutti a continuare a vaccinarsi e fare la terza dose, questa è la priorità».
“Il mio destino personale non conta assolutamente niente, non ho particolari aspirazioni di un tipo o di un altro, sono un uomo e un nonno al servizio delle istituzioni“, ha ribadito. “Io non immagino il mio futuro all’interno o all’esterno delle Istituzioni. L’ho detto una volta rispondendo ad una domanda fatta da alcuni ragazzini al punto luce di Torre Maura: l’importante è vivere il presente e farlo al meglio possibile. Forse sbaglio, ma i motivi del successo del governo, per me sicuramente ma credo anche per altri ministri, è che ha lavorato sul presente senza chiedersi cosa c’è nel futuro, cosa c’è per me nel futuro”.
“Credo che il merito sia soprattutto degli italiani: responsabilità e soddisfazione sono categorie collettive non individuali”. Così il Draghi rispondendo a una domanda sul credito internazionale riconosciuto all’Italia in questo periodo, durante la conferenza stampa di fine anno. “Questo periodo può essere un moltiplicatore psicologico dell’azione di governo e dell’azione stessa del Pnrr – ha aggiunto -. Moltiplica le capacità di successo del Paese e porta una grande responsabilità perché occorre dimostrare che la fiducia degli altri Paesi europei, mostrata dando all’Italia questi fondi, è stata ben riposta”.
“Indubbiamente c’è stato molto affanno nella fase terminale della discussione della Manovra. Non è che sia senza precedenti, è successo tantissime volte”, ha ammesso Draghi. “Questa manovra e’ stata accompagnata da un lunghissimo confronto politico”.
«Il superbonus è una misura che ha dato molto beneficio, ma ha creato distorsioni e per questo il governo era riluttante ad una sua estensione” ha precisato Draghi cogliendo l’occasione della conferenza stampa di fine anno e spiegando che poi “il Parlamento ha usato i fondi per l’azione parlamentare che potevano andare anche in altre direzioni, per estenderlo. Ma perché il governo non voleva? Per le distorsioni, con l’aumento straordinario dei prezzi delle componenti per fare le ristrutturazioni. Il risultato – ha spiegato – è che oggi un’unità di efficientamento energetico costa molto più di prima. L’altro aspetto è che ha incentivato moltissime frodi”.
«l governo previsto dalla Costituzione – ha tenuto infine a precisare Draghi – è parlamentare. Il presidente della Repubblica non è tanto un notaio quanto un garante“, escludendo qualsiasi tipo di accompagnamento del Quirinale all’azione degli esecutivi. “L’esempio del presidente Mattarella – ha precisato – è forse la migliore guida alla interpretazione del ruolo del Capo dello Stato in Costituzione. Ha garantito la unità nazionale con una maggioranza ampia che ha sostenuto e protetto il governo facendo il meglio possibile».
Insomma alcuni riferimenti non a caso puntati a delineare compiti e comportamenti di un Presidente della Repubblica.
Che cosa provocherà, ora, nelle varie forze politiche e nei comportamenti degli aspiranti al seggio del Quirinale, il messaggio contenuto in questa sortita pre-natalizia di Draghi? Lo vedremo. Ma potrà accadere di tutto e di più.
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