Il direttore di QN Andrea Cangini dà oggi la notizia che il Papa è malato. Smentite categoriche del Vaticano e del medico giapponese che lo avrebbe in cura. Ovvio. Prevedibile.
Dalla D’Urso, a Pomeriggio5, trasmissione nota più per il gossip e per cronache “giornalistiche” istantaneiste e sommarie, Cangini difende telefonicamente il suo operato. Dice che il tumore c’è. Che è leggero. E’ una macchiolina piccola. Che non lede le facoltà mentali dell’illustre paziente. Che può guarire facilmente. E che addirittura non dovrà sottoporsi nemmeno a un intervento chirurgico. Dice che la redazione ne ha le prove oggettive. Fa capire che la soffiata viene da un’infermiera che avrebbe letto la cartella clinica del pontefice.
Ma allora, scusa “direttore” Cangini, che diavolo di notizia hai dato? Ovvero, perché l’hai data? Se il cancro è piccolo, curabile quasi farmacologicamente, non mette in dubbio la lucidità e le esternazioni politico-dottrinarie del Papa, che notizia è?
Che etica è la tua direttore Cangini? A quale criterio di ineludibilità e di giustezza corrisponde l’essersi sentito nella necessità di trasmettere questa notizia? O non è piuttosto un inutile distruttivo commercialissimo tentativo andato a buon fine di intrusione nella privacy di un importante personaggio pubblico? Per fini di vendita e di clamore, e non certo di buon cuore. Perfettamente in linea con quell’abusato stereotipo di informazione che scava nel privato, lede i diritti inviolabili di ciascuno, macchia, se non violenta, le reputazioni, distorce le prospettive sistemiche e quelle biografiche, attinge costantemente come a una pesca miracolosa o una raffineria di petrolio dai dati più morbosi ed eclatanti, dalle curiosità condite di piccineria voyeuristica, senza che gli animi vengano davvero sollevati a un processo di consapevolezza più ricco su ciò che accade. E allora ci troviamo di fronte a un giornalismo sempre più costellato di click acchiappa-consensi, di televoti, di info-snack, come si chiamano in gergo massmediologico, commestibili e digeribili facilmente come un pacchetto di popcorn, anche quando sembrerebbero bocconi amari come quello del sommo vertice della Chiesa cattolica che potrebbe versare in gravi condizioni. O forse no.
Dici che prima di offrire in pasto all’opinione pubblica questo wikileak, chiamiamolo così, avete fatto mille verifiche. Ma per approdare a cosa? Cosa volevi ottenere con questo “scoop”? Maggiori preghiere per un sofferente con la tonaca bianca? Dare al mondo delle news così deperibili da comportare solo una sequela di smentite e di dubbi etici sul senso dell’intera operazione? Qui parliamo di salute, di morte, di una persona umana, di malattie, Cangini. Se il male del Papa avesse potuto intaccare assetti istituzionali e una sua integrità morale, linguistica, mentale etc., ok. Ma se tu stesso smentisci l’importanza del male, che cosa l’hai data a fare questa notizia?
Se domani il presidente della Repubblica ha un problema alla prostata, Bono degli U2 soffre di ulcera perforante o Renzi caccia sangue improvvisamente dal naso, per te, “direttore” Cangini, per te sono notizie?
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