Il presidente della Camera Roberto Fico – figura di spicco del Movimento 5 stelle – ha ricevuto da Mattarella il mandato per verificare una possibile intesa per un governo M5S-Pd. “Il presidente della Repubblica ha conferito al presidente della Camera Roberto Fico il compito di verificare un’intesa per una maggioranza parlamentare tra il Movimento Cinque Stelle il Pd per costituire il governo – ha detto Ugo Zampetti, segretario generale della presidenza della Repubblica al termine del colloquio tra Mattarella e Fico -. Mattarella ha chiesto a Fico di verificare entro giovedì“.
“Mi metterò al lavoro da subito“, ha detto Fico. “Nella verifica di una maggioranza tra Pd e M5s secondo me il punto fondamentale è partire dai temi e dal programma per l’interesse del Paese”.
Si è appreso che Mattarella si è rivolto a Fico con questa argomentazione: “A distanza di quasi 2 mesi dalle elezioni del 4 marzo va sottolineato il dovere di dare al più presto un governo all’Italia”. “Ho atteso altri tre giorni per registrare eventuali novità pubbliche, esplicite e significative nel confronto tra i partiti. Queste novità non sono emerse”, ha sottolineato il Capo dello Stato al presidente della Camera. Mattarella ha anche ricordato che nel corso dell’esplorazione della presidente del Senato Alberti Casellati i 5 stelle avevano proposto un accordo con la sola Lega. E anche questa ipotesi ha avuto esito negativo.
Terminato l’incontro con il presidente della Repubblica, Fico ha lasciato, a piedi, il Quirinale. Ha quindi incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
La prima reazione dal Pd, con la consueta scorrettezza istituzionale e politica, è arrivata da Matteo Orfini, che ancora riveste la carica di “presidente” del Partito: “Ascolteremo ovviamente con rispetto e attenzione Fico, con rispetto sia per lui che per la funzione che rappresenta. Ma il mio parere resta quello dei giorni scorsi: eravamo, siamo e resteremo alternativi ai Cinque Stelle per cultura politica, programmi e idea della democrazia. Quindi non ci sono le condizioni per un accordo politico tra Pd e M5s. L’abbiamo sempre detto e lo ribadiamo nel merito”.
Sulla stessa linea Ettore Rosato, che non si sa a quale titolo continui a parlare come se fosse il portavoce ufficiale del Pd o fosse ancora il capogruppo di quel partito e non fosse il primo firmatario della legge elettorale che ha provocato questo pasticcio: “L’idea che si possa continuare a dialogare su due fronti – aveva detto in mattinata interpellato telefonicamente – dimostra il disinteresse assoluto del M5S al confronto con il Pd. Ribadisco inoltre che le distanze programmatiche e di impostazione politica tra il Pd e il M5S sono enormi: mi sembra quasi impossibile colmarle. Una cosa è dunque aprire a un confronto con M5S quando avrà chiuso il dialogo con la Lega, altra cosa è il risultato”.
“Faccio un grosso in bocca al lupo a Roberto e sono sicuro che interpreterà al meglio quanto sarà richiesto dal capo dello Stato”, aveva scritto su Twitter il capo del M5s Luigi Di Maio.
“Centrodestra e 5Stelle governino già da questa settimana. A guidare il governo siano i primi arrivati, ma non dico Salvini o morte”, aveva detto il leader della Lega Matteo Salvini a un comizio a Trieste. “Lo dico a Di Maio – ha aggiunto – lo dico da leader del centrodestra, mettiamoci al tavolo. Riforma delle pensioni, riforma del lavoro, riduzione delle tasse, blocco degli aumenti dell’Iva e delle accise, blocco e controllo dei confini e in qualche giorno si dà un governo che dura cinque anni a questo Paese. Se tutti scendono dal loro piedistallo e si parla di cose e non di nomi, non c’è problema. Il voto molisano ne è la rappresentazione evidente“.
“Ci sono tante persone meglio di Salvini, tante, quindi non dico ‘ho vinto e comando io’, dico ‘abbiamo vinto ma per il bene del Paese siamo disponibili a ragionare con tutti a fare anche altre scelte’. Sarei onorato di essere premier ma – ha detto inoltre Salvini – se non sono io son contento lo stesso. Bene anche un nome terzo quarto quinto, basta che rappresenti il voto degli italiani e sia indicato dai partiti che hanno vinto e non da quelli che hanno perso”.
“Non c’è tempo da perdere, la smettano di litigare. Occorre sedersi al tavolo e cominciare a lavorare. Lo dico a Berlusconi e Di Maio”, ha esortato Salvini dal suo intervento a Gemona (Udine).
Intanto Silvio Berlusconi ha continuato ad attaccare i pentastellati: “Dal Molise – dice il Cav – esce battuto e fortemente ridimensionato il dilettantismo dei 5 Stelle rispetto al voto di protesta espresso dagli elettori alle politiche. I grillini si dimostrano del tutto non credibili per una funzione di governo”.
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