“Il confronto e l’accoglienza di culture e storie diverse sono ancora la base dell’Italia. Lo sono sempre naturalmente. Anzi è un gran merito ed è importante quando si riesce nel confronto politico a riconoscere i momenti in cui è necessario essere uniti e trovare momenti di convergenza, perchè sono la punteggiatura dell’unità del Paese”. Sono le parole, in parte ovvie in parte poco comprensibili, pronunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini.
“L’attitudine dei giovani a diventare protagonisti della propria storia – ha detto ancora Mattarella – costituisce l’energia vitale di un Paese. Questa spinta vale più di qualunque indice economico o di borsa. La nostra società sta invecchiando e ci sono rischi oggettivi che le potenzialità dei giovani vengano compresse. Dobbiamo scongiurare questo pericolo che minaccia la nostra, come altre, società. Anche per questo, in un tempo di cambiamenti epocali come il nostro, è necessario prestare attenzione e dar spazio alla visione dei giovani. Senza farci vincere dalle paure. Dalle paure antiche e da quelle inedite. Attenti a non cadere nell’errore di ritenere nuove false soluzioni già vissute e fallite nel breve Novecento. Non ci difenderemo alzando muri verso l’esterno, o creando barriere divisorie al nostro interno. Al contrario”.
Il Capo dello Stato ha ammesso che “tante nuove diseguaglianze stanno emergendo. Spesso sono proprio i giovani a pagarne il prezzo più alto. Occorre ricominciare a costruire ponti e percorsi di coesione e sviluppo. Occorre rendersi conto che vi è un destino da condividere. Stiamo parlando di condivisione dei benefici e delle responsabilità; e anche delle difficoltà. Condivisione dei diritti e dei doveri. Della memoria del nostro popolo e del suo sguardo verso il futuro”.
“Sono qui – ha detto ancora Mattarella – per incoraggiare, insieme a voi, tutti i giovani che sono disposti a mettersi in gioco per una speranza, per una passione, per una buona causa. La Repubblica italiana ha appena compiuto 70 anni. Anch’essa è giovane. I tempi biologici sono più lunghi per le istituzioni. Ha già affrontato prove impegnative. Per diventare più forte ha bisogno di rinnovato entusiasmo, di fraternità, di curiosità per l’altro, di voglia di futuro, del coraggio di misurarsi con le nuove sfide. L’egoismo non genera riscatto civile. Può dare a qualcuno l’illusione di farcela da solo, mentre altri soccombono. La tentazione dell’isolamento rischia di pregiudicare anche le grandi opportunità di comunicazione che la scienza ci mette a disposizione, sovvertendone la funzione. Basta pensare alla tendenza di molti di collegarsi sul web soltanto a quelli che la pensano come loro, in circuiti ristretti e chiusi”.
Una considerazione polemica sulle parole di Mattarella l’ha espressa il segretario della lega, Matteo Salvini. Il quale ha annotato su Facebook: «Anche oggi Mattarella predica accoglienza, invita a “costruire ponti”, dice che non si può “vietare l’ingresso” agli immigrati. Buono? No, complice di scafisti, sfruttatori e schiavisti. L’anno scorso 107.000 italiani (22.000 giovani) sono scappati all’estero per lavorare, ma Mattarella preferisce preoccuparsi dei clandestini».
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