Nel salone dei Corazzieri del Quirinale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella picchia duro e la platea di alte cariche dello Stato, radunate per la cerimonia degli auguri di Natale, ascolta, qualcuna forse avvertendo, come è augurabile, un senso di colpa. Nessun riferimento all’attualità della politica dal presidente, ma il suo j’accuse è chiarissimo. Politica – dice – è responsabilità civile e la responsabilità vuole che i partiti dialoghino per risolvere i problemi dei cittadini. Ma soprattutto le forze politiche devono uscire dalla logica dello scontro quotidiano mostrando lungimiranza, progettando misure di ampio respiro per risolvere i tanti problemi del Paese. Il tutto condannando l’intolleranza che è uno dei virus della democrazia.
Il riferimento è ai partiti di governo e di opposizione, alla politica tutta, che da troppo tempo vive tra scontri continui invece di disegnare il futuro. Ma”il futuro è qui, è già cominciato e scrive sulle pagine del nostro presente”. “Il futuro è già qui – ripete per chi non avesse inteso – e per questo chi governa deve confrontarsi con lungimiranza, sulle prospettive, sull’ampio orizzonte del futuro”. E “questa consapevolezza – aggiunge subito – deve interpellare chi assume responsabilità politiche, istituzionali, di governo e chi, dall’opposizione, vi si confronta”.
Tutti, quindi. Maggioranza e opposizione, pur nella logica delle loro posizioni partitiche, devono ascoltarsi, confrontarsi e poi lavorare per costruire futuro. Forse, ma questo Mattarella non l’ha detto, smettendola di pensare sempre solo alle prossime ineluttabili elezioni, nazionali o regionali che siano. Basta quindi con odio e intolleranza, con l’ossessivo aumento dei decibel perchè “una società attraversata da lacerazioni profonde corre un grave pericolo”.
Nella platea si sono notate le assenze dei due Matteo, Salvini e Renzi, e di Silvio Berlusconi. Avrebbe fatto bene a tutti e tre ascoltare le parole di Mattarella, come quando ha affermato che “chi riveste un ruolo istituzionale deve avvertire la responsabilità di farlo in nome e per conto di tutti i cittadini”. E poi cita Aldo Moro, quasi a ricordare l’esempio dei Grandi della Repubblica: «Sappiamo che la politica comporta anche scontri” ma serve anche oggi “la comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo».
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