Si preparano a modificare la legge Severino. Il magistrato Cantone sostiene che si tratti di un’armonizzazione che non avvantaggerebbe De Luca. Sarà così? Lo vedremo. Ma che tempismo! Qui lo dico e qui lo nego: quelle di Berlusconi erano leggi ad personam e la frenesia di cambiamento di questi giorni che cosa sarebbe? Un po’ come per il marcio sistema che insozza la capitale del nostro paese: per molto meno all’epoca del Cavaliere si sarebbe invocato il tutti-a-casa senza distinzioni e garantismi, ora che gli schizzi sporcano il candido abito del Pd si distingue e si garantisce. Ritenevo e ritengo ancora che Berlusconi abbia devastato politicamente, moralmente e culturalmente l’Italia, ma sono tentato (terribile e tragica tentazione) di dargli con il senno di poi qualche attenuante. Poi rinsavisco e penso: quello che accade è, per molti versi, la naturale prosecuzione del ventennio berlusconiano, e i figli, se non peggiori, possono essere non migliori dei padri.
P.S. – Ho letto l’intervista di Cantone al Mattino e non ho motivo per ritenere che le venticinque proposte dell’Anticorruzione siano state fatte con lo scopo di tirare fuori De Luca, Renzi e il Pd dal pasticcio campano. Ma ripeto: il momento scelto non è stato felice. Anche perché sappiamo bene come vanno le cose nel nostro Parlamento. Intanto, incardini un argomento e avvii un iter, poi strada facendo basta un emendamento, un codicillo di qualche parola infilato al momento giusto – ai tempi di Berlusconi c’erano maestri in materia – e le cose tornano a posto. Ecco, nei panni di Cantone io avrei aspettato qualche settimana prima di presentare le proposte, in sè probabilmente ineccepibili, in modo da lasciare libero il campo per decidere la sorte di De Luca in base alla legge Severino così com’è e così come è stata già applicata, per esempio in Calabria, dove il governatore Scopelliti se n’è tornato a casa e i cittadini sono andati alle urne.
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