Dopo il flop del “Primo maggio fuori porta”, scoraggiato dalle previsioni dei meteorologi, che annunciavano per esempio sul Lazio temporali – che non ci sono stati – per tutta la giornata, i siti specializzati dovranno fare meglio i conti con l’incostanza del tempo per non collezionare brutte figure e non scompaginare i piani della gente che si affida alle loro previsioni. C’è anche chi sostiene che con troppa leggerezza vengono annunciate emergenze meteo che poi non si verificano. Ma a difenderei meteorologi c’è un esperto come Giampiero Maracchi, climatologo dell’Universita’ di Firenze e direttore dell’Istituto di biometeorologia del Cnr: “Semplicemente – spiega – in autunno e in primavera, per effetto della marcata variabilità, i modelli di previsione funzionano meno bene. È una ragione fisica”. “Nelle stagioni intermedie”, sottolinea Maracchi, “le previsioni a medio termine risultano decisamente meno attendibili perchè la situazione evolve con straordinaria rapidità. Tutti vorremmo sapere cin largo anticipo che tempo farà per programmare i nostri spostamenti ma in questi periodi lo score (l’indice di performance, ndr) delle previsioni, che sulle 24 ore è pari a 95, già sulle 48 ore scende di una decina di punti, per calare poi drasticamente dalle 72 in poi”.
A difendere la categoria è anche Antonio Sanò, direttore del sito web ilmeteo.it, che peraltro riconosce l’errore su Roma “toccata marginalmente dal brutto tempo” il Primo maggio: “Nel corso degli anni si è registrato un notevole miglioramento nelle previsioni del tempo arrivando a individuare anche l’ora in cui ha inizio un rovescio. Solo 10 anni fa per sapere che tempo avrebbe caratterizzato il fine settimana era necessario aspettare il mercoledì. Ora abbiamo un quadro chiaro già dal lunedì”. “Restano però dei limiti – ammette – soprattutto in caso di fenomeni temporaleschi primaverili ed estivi che hanno un effetto limitato nel tempo e nello spazio. A volte coinvolgono solo una parte della città”. La verità è che è più facile prevedere con precisione le giornate soleggiate rispetto a quelle nuvolose e a rischio pioggia: “In caso di bel tempo, in particolare per quanto riguarda gli anticicloni, le previsioni si possono spingere fino a 15 giorni”, sottolinea Sanò, “mentre con l’arrivo di cicloni e perturbazioni il tempo è instabile e le previsioni per essere attendibili non vanno oltre i tre giorni. In generale riusciamo ad avere un quadro completo e affidabile all’80% fino a 7 giorni”.
Il direttore di ilmeteo.it respinge però l’accusa di guastafeste per agriturismi e alberghi: “È vero che in alcuni casi una previsione errata porta danni economici, è pur vero che in casi di bel tempo le previsioni hanno portato a un boom di prenotazioni nel settore turistico”.
Non tutti gli operatori danneggiati da previsioni errate sembrano disposti a prenderla con filosofia. “Il danno diventa enorme”, spiega all’Agi Cosimo Melacca, presidente di Agriturist, “quando le previsioni catastrofiche non si avverano”. “Urlare le previsioni del tempo, pur non avendo la certezza, può comportare la cancellazione di oltre il 60-80% delle prenotazioni”, osserva. “Ormai la gente si informa con facilità e se la prospettiva è quella di trovare pioggia, rinuncia alla gita fuori porta, in pochi sono disposti a correre rischi in un periodo caratterizzato da un’economia delicata”. “E se una previsione errata danneggia gli affari di un weekend – gli fa eco Silvia Bosco di Terrenostre – in caso di lunghi ponti come quello del 2 giugno il danno è enorme”. Anche i titolari di azienda devono fare la loro parte, riconosce, “prevedendo attività da fare al chiuso in caso di pioggia, come dei corsi di cucina, ad esempio, oppure degustazioni di vini e cibo”.
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