“In qualunque altro Paese del mondo, se un leader si fosse rifiutato di fare il congresso prima di andare alle elezioni senza precisare né la leadership né il programma di governo, lo avrebbero inseguito. Invece in Italia è tutto normale, nessun giornalista si scandalizza di questo”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (Pd), a 24Mattino su Radio 24.
Emiliano ha sostenuto “che quando un segretario di un partito è costretto a dimettersi da premier per gli errori che ha commesso, un congresso con i suoi per stabilire cosa fare e qual è il programma delle prossime elezioni, tanto più che alla scadenza naturale mancano sei mesi, sarebbe stata la cosa più ovvia di questo mondo, quasi un obbligo politico”. E ha precisato: “Se un leader di partito, per giunta anche premier, va a sbattere contro un muro a 300 all’ora, è costretto a dimettersi, il partito è rantolante e facciamo finta di niente, commettiamo un errore gravissimo e aiutiamo tutti quelli che vogliono la scissione del Pd”. “Ho timore – ha insinuato – che questa volontà sia da entrambe le parti”. “Io invece, che sono un Pd nativo e quindi non sto né da una parte né dall’altra, avrei interesse a tenere unito il Pd” e “non a consentire alle vecchie gerarchie e alle nuove (che sono molto simili), di appropriarsi del Pd e di eleggersi un po’ di deputati come unico scopo delle società”. “Lo scopo del Pd non è salvare un po’ di deputati ma governare il Paese”.
Ai conduttori di 24Mattino, i quali gli facevano notare che Enrico Mentana, direttore del Tg de La7, ha definito l’ex premier Matteo Renzi ‘un bullo’ Emiliano ha riposto: “Io ne ho trattati molti di bulli nella vita. Vivevo in un quartiere popolare e accadeva spesso che qualcuno facesse un po’ di più di quello che doveva fare. Bene o male ho una certa abitudine a trattarli, Resta il fatto che la politica è una cosa diversa, non prevede l’arroganza e lo scontro diretto“. “Ma se capisco che il Pd è stato oggetto di un golpe, e quindi di una appropriazione al di là delle regole della politica e della democrazia, è chiaro che non posso rimanere nel Pd. Questo è inevitabile”. “Il mio timore è che le due parti che stanno colluttando (Renzi e D’Alema, ndr.) in questo momento sui giornali, qualche volta trascinando dentro anche me, in realtà abbiano una reciproca convenienza alla scissione, soprattutto alla luce della nuova legge elettorale“. “Però – ha sottolineato – dal mio punto di vista noi militanti (ed è per questo che ho lanciato la raccolta firme per un referendum sulla questione del congresso prima delle elezioni) abbiamo il dovere di batterci fino all’ultimo perché questa scissione non ci sia”.
Poi l’atto di accusa diretto: “Renzi ha sbagliato non solo tutto il resto, ma anche a fare legge elettorale. E ci ha portato, attraverso la Corte costituzionale, alla prima Repubblica. La gravità dei danni che Renzi ha provocato al Paese e al Pd sono senza precedenti“.
“Non ho mai fatto parte di nessuna corrente del Pd, non sono mai stato dalemiano. Anzi ho fatto spesso discussioni molto dure con D’Alema che rispetto e ascolto, ma non ho mai fatto parte dell’entourage Dalemiano. Sono sempre stato solo dentro il Pd”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (Pd), possibile sfidante di Renzi alla guida del Pd, nel corso della trasmissione 24Mattino su Radio 24. Emiliano ha spiegato che non ci sta al “giochetto” di chi lo descrive “come il candidato di D’Alema così lo azzoppiamo prima ancora che parta”. Ha aggiunto poi: “ho fatto il militante, il sindaco, il presidente di Regione; ho tanti amici, diffusi anche nelle varie aree” e “penso di poter dire la mia dentro il Pd”. “Non è detto – ha evidenziato – che mi debba candidare per forza. Anzi non nascondo che mi piacerebbe tanto se ci fossero altri che la pensano come me, e che in qualche maniera io possa sostenere loro evitando di fare questo doppio sforzo“.
“Il Presidente della Repubblica dovrà prima o poi dire a questo Pd che non è una comitiva di una gita; che il Pd ha la responsabilità del governo del Paese. Però, questa spinta verso le urne non ha nessun senso, anche perché “Gentiloni stava facendo un buon lavoro…”.
Perché ne parla già al passato? – hanno chiesto i conduttori di 24Mattino a Emiliano. E lui risponde: “Ne parlano già all’imperfetto coloro che lo sostengono ed è chiaro che sembra incredibile anche oltraggiare la figura del presidente del Consiglio, come se non esistesse. In questo momento – ha spiegato Emiliano – il presidente del Consiglio deve affrontare cose importantissime e lo deve fare, probabilmente, rimettendo le mani sul bilancio dello Stato; e affrontare eventi internazionali molto importanti. Ho l’impressione che né a destra, né il M5s, né noi siamo pronti con una idea da presentare alle elezioni. Si va alle elezioni solo per salvare una classe politica e probabilmente un segretario di partito che, se facesse il congresso, verrebbe travolto“.
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