di MATTEO COSENZA
Ho salutato Gennaro Migliore alla sala del cinema Montil a Castellammare non molto tempo fa. Lui parlò con passione contro Renzi, il Pd, il governo. Toni pesanti, concetti motivati. Raccontò la battaglia che proprio quella mattina aveva dovuto ingaggiare come leader di Sel contro il “pericolo toscano”, e invitò con foga i presenti alla mobilitazione. Poi dovette scappare perché andava a ripetere la filippica in un comune vicino. Prima di lui al microfono c’era stato Salvatore Vozza, che fu presto scavalcato a sinistra.
Il Nostro appena pochi giorni dopo cambiò casacca e da quel momento sostenne con la stessa passione e convinzione tesi opposte fino a diventare di fatto uno dei più autorevoli portavoce di Renzi nei salotti televisivi e da ieri sottosegretario alla giustizia.
Cambiare opinione è legittimo, specie se serve a correggere i propri errori, ma, a patto che non ci sia stata una folgorazione sulla strada di Damasco, sarebbe comprensibile se il cambiamento maturasse con tempi non da centometrista e anche con qualche tormento. Dalla sera alla mattina? Senza travaglio? Sostenendo l’opposto, esattamente l’opposto di quello che si è ammannito a incolpevoli e ingenui sostenitori il giorno prima?
Così va il mondo. Non è mai troppo tardi per imparare.
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