di ALESSANDRA MAGLIARO (Ansa) – Gli applausi per “Il Sindaco del Rione Sanità“, primo film italiano in gara per il Leone d’oro, con Mario Martone che rilegge un grande classico del teatro di Eduardo e trasporta nella Napoli di Gomorra le vicende del caporione di camorra, il tanto atteso J’Accuse di Roman Polanski, affresco d’epoca del caso Dreyfus, simbolo delle persecuzioni antisemite, e una giovane diva di Hollywood, Kristen Stewart che illumina il red carpet e svela una storia dimenticata, quella della tormentata Jean Seberg, suicida a 40 anni, perseguitata dall’Fbi di Hoover per le sue simpatie nei confronti delle Pantere Nere, nel film fuori concorso Seberg di Benedict Andrews.
Nella terza giornata della Mostra del cinema di Venezia tra tanti film (incluso il documentario su Imelda Marcos The Kingmaker di Lauren Greenfield che potrebbe andare agli Oscar) sono questi a dominare.
Otto minuti di applausi in Sala Grande per Martone. L’autore e regista napoletano per la prima volta si è confrontato con un autore imprescindibile, il più grande di tutti, Eduardo De Filippo. Il sindaco del Rione Sanità, Antonio Barracano (Francesco Di Leva), ‘uomo d’onore’ governa il quartiere rispondendo a un proprio codice etico basato su una ‘saggia’ amministrazione della violenza. Un testo di 60 anni fa ma universale perchè parla “dell’importanza dell’assunzione delle responsabilità individuali”.
Martone si è immerso nel progetto sociale di Nest, un’ex palestra abbandonata di San Giovanni a Teduccio alla periferia di Napoli ,oggi avamposto contro il degrado sociale grazie ad un teatro da 100 posti, laboratorio guidato da Di Leva. Insieme hanno portato in tournée Il Sindaco del Rione Sanità e poi – con l’autorizzazione di Luca De Filippo – ne hanno fatto un film con anche Massimiliano Gallo e Roberto De Francesco. Ma l’abbraccio con Eduardo non è finito: “A gennaio cominciamo le riprese di Qui Rido io“, il film su Eduardo Scarpetta, interpretato da Toni Servillo, nel ruolo del padre dei De Filippo, Eduardo e Peppino.
Dopo il gran polverone, che ha rovinato di fatto l’apertura in prima mondiale, si è visto, e con successo, il ‘J’Accuse‘ di Roman Polanski. Sarà in sala dal 21 novembre con 01. Il film racconta il caso di Alfred Dreyfus (Louis Garrel), ufficiale dell’esercito francese che il 5 gennaio 1985 viene pubblicamente degradato perché accusato di aver agito come spia per la Germania e viene condannato all’ergastolo sull’isola del Diavolo. Fra i testimoni della sua umiliazione c’è Georges Picquart (Jean Dujardin), che è promosso a dirigere l’unità di controspionaggio militare. Sarà lui, con grande coraggio, a scoprire le false accuse, ammantate di antisemitismo e a fare una lunga battaglia per la sua liberazione. Emmanuelle Seigner, attrice nel film e moglie di Polanski ha detto: “Non faccio le veci di mio marito, ma sul tema della persecuzione lui ne sa qualcosa. Basta vedere che cosa è stata la sua vita fino a oggi. Io lo so bene, oggi è l’anniversario di trenta anni di matrimonio”.
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