Gara-1. Gara dichiarata “we”, ma niente pioggia in partenza: tutti al via con le rain (ma Hernandez, Petrucci e Redding con la più morbida), con Rossi che va con Dovizioso e Aleix Espargaro dietro, mentre in poco tempo Hernandez risale fino al 3° posto e Iannone , partito ultimo per la penalità-Montmelò è già 7° al secondo giro. Lorenzo affonda in modo impietoso (18°), Hernandez va in testa e Petrucci è già 4° al 6° giro alle spalle di Rossi e Dovizioso. La pista si asciuga, ma al 10° giro riprende la pioggia, con Hernandez leader e Dovizioso che passa Rossi per il 2° posto. Al 12° giro finisce la favola di Hernandez, lungo alla chicane, mentre la pioggia intensifica la sua forza. Iannone cade al 14° giro, poco prima che la gara sia fermata con bandiera rossa per il diluvio con Petrucci in testa (15° giro). Tutti ai box, si attendono gli eventi, cioé l’evoluzione del meteo, e si decide di far riprendere la gara (solo 12 giri) con una griglia basata sulla classifica al 14° giro con Dovizioso, Petrucci e Rossi in prima fila; Redding, Marquez, Pedrosa in seconda; 17° Iannone (ripartito dopo la caduta del 14esimo giro) e 19° Lorenzo.
“Dottore”, occasione persa. Della battuta a vuoto di Rossi (accorto e combattivo in gara-1 e apparentemente sicuro in testa nella seconda parte), pesantissima perché stava recuperando in classifica su Lorenzo e anche su Marquez, approfitta proprio lo spagnolo della Honda, che con il 2° posto va a +24 su Lorenzo e +42 sul pesarese. Davvero un peccato per il pesarese, che ha fatto autocritica a fine gara per aver spinto troppo, afflitto al pari dei ducatisti per l’esito finale di una gara folle (tipica di Assen), che ha visto il diluvio, ma si è addirittura conclusa sotto il sole.
Il secondo via. Alla seconda partenza scatta bene Rossi, che dopo lo spunto iniziale di Dovizioso va al comando, mentre Pedrosa e Crutchlow finiscono a terra. La gloria per Valentino dura poco, al 3° giro finisce a terra, pochi secondi dopo lo scivolone di Dovizioso e il k.o di Petrucci. Miller trova il guizzo giusto e scavalca Marquez, che si accontenta di un 2° posto pesante, mentre l’australiano conduce in porto il suo vascello con sicurezza. A seguire, podio per Redding, molto bravo anche in gara-1, poi 4° Pol Espargaro, 5° Iannone, 6° Barbera, 7° Laverty, 8° Bradl con l’Aprilia (che per il 2017 ha annunciato l’arrivo di Aleix Espargaro), 9° Vinales e 10° Lorenzo. Battuto, e abbattuto, quasi quanto Rossi dopo la trasferta fra i tulipani.
La corsa al Mondiale. Erano 62 GP (Stoner in Australia 2012) che non vinceva un pilota esterno ai “Fantastici Quattro” Lorenzo-Rossi-Marquez-Pedrosa: Miller spariglia il quartetto ed è un elemento di novità di cui la MotoGP aveva bisogno, anche se non è detto che riuscirà a confermarsi a breve. Marquez, intanto, prende il largo nel Mondiale, la Ducati alimenta la casella dei rimpianti e Rossi torna a casa con l’amaro in bocca della maggiore occasione persa della sua seconda vita in Yamaha.
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