di MARCO VALERIO/ MotoGP: è stata un’altra domenica da incorniciare per i colori italiani. Ad Assen per il Gran Premio d’Olanda, Valentino Rossi vince davanti a Petrucci. Mentre Andrea Dovizioso con la Ducati è il nuovo leader del Mondiale. Il “Dottore” inanella così la decima vittoria in carriera sulla pista olandese, ritrovando un successo che aspettava da 18 gare e poco più di un anno: Catalogna 2016. Un trionfo, il 115 in carriera, bellissimo e importante: sia per il rilancio mondiale, con Vinales che cade e cede lo scettro della leadership a Dovizioso, sia per fugare certe ombre. In primis quelle sull’affiatamento con la sua Yamaha 2017, additata di non soddisfarlo come il modello 2016 e per questo oggetto di rivisitazione con il nuovo telaio sfornato per l’Olanda e subito promosso nonostante le oscure strategie comunicative della casa, poi quelle legate al confronto con il compagno Vinales che alla viglia era 7-1 in prova e 5-2 in gara, ma che ora incalza a soli 3 punti di distanza.
Dovizioso leader del Mondiale. Rossi dunque in un colpo solo si riprende la M1. Ma occorrerà la controprova in un week end con meno variabili di quello di Assen. Inoltre, il “Folletto di Tavullia” lancia un segnale preciso al compagno di squadra e al Mondiale. Tutto da rifare, nel frattempo, in classifica per il colpo di scena della caduta di Vinales, che a metà gara cade alla chicane quando era 5°, con la paura aggiuntiva di essere sfiorato per un pelo dall’accorrente Dovizioso. Ora davanti a tutti c’è proprio lui, il forlivese della Ducati, autore di una risalita brillante che a un certo punto ha fatto sperare anche in qualcosa in più del podio, e che ha ora 4 punti di vantaggio su Maverick, 7 su Rossi e 11 su Marquez. Quattro campioni racchiusi in 11 punti. Uno show assicurato fino alla fine della stagione. Un Mondiale MotoGP avvincente ed equilibrato.
La splendida gara del “Dottore”. Valentino Rossi è stato strepitoso: è rimasto nel quartetto dei primi in avvio, poi dopo un terzo di gara ha rotto gli indugi passando in due giri Marquez e Zarco, col brivido. Lì inizia la sua fuga, ma l’arrivo delle prime gocce di pioggia, a 8 giri dalla fine, complica i suoi piani favorendo la risalita delle Ducati di Petrucci e Dovizioso. Vale non cede, resiste ai duelli ravvicinati, viene passato da Petrucci, ma si riprende la vittoria con una manovra impeccabile alla chicane. Imperiale, per la serie: manico e carattere. Serviva una risposta dopo le melodie dei tre podi iniziali, ma anche qualche stecca successiva e lui l’ha data. Alla grande: a 38 anni suonati il “Dottore” riesce ancora a dare lezioni a tutti.
Le altre note positive azzurre. Dalle emozioni, che zampillano sempre impetuose dalla pista olandese, emergono anche la solidità di Petrucci, che sta trovando costanza e carattere, e la lungimiranza di Dovizioso e Marquez. “Petrux” ha provato pure ad attaccare Rossi, ma lamentele sulle bandiere blu a parte, può rimproverarsi poco contro un Vale versione extralusso; Dovi ha lottato con piglio e una sicurezza sbalorditiva, poi ha saggiamente raccolto un piazzamento che gli dà l’onore della vetta iridata, confermando però la bontà della sua Ducati. Marquez, infine, ha raccolto un piazzamento utile che lo avvicina alla vetta a conferma della sua pericolosità nell’essere sempre in agguato e vicino al vertice. Prossima tappa: il Gran Premio di Germania al Sachsenring.
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