MOTOGP, GRAN PREMIO USA/ Razzo Marquez ad Austin, Honda imprendibile. Sul podio Lorenzo e Iannone, cadono Rossi e Dovizioso

rossi_mediagallery-articledi Marco Valerio/

La storia si ripete ogni anno: Marquez arriva in Texas, indossa il mantello da Superman e vola nello spazio. Come dalla vicina Houston, sede della Nasa. Il COTA (Circuit of the Americas) è la “sua” pista: quatto gara disputate, quattro vittorie dello spagnolo della Honda che si impone con merito dopo un week end di sua indiscussa superiorità, evidenziata anche in un GP condotto sempre in testa. La sua capacità di aggredire le curve e la sua guida sempre di traverso-sovrasterzo ad Austin “pagano” più che altrove, ma stavolta, Marquez, per passare all’incasso non ha dovuto faticare molto: piegato Lorenzo dopo poche curve, ha cambiato marcia e fatto il vuoto. Prosegue anche la tradizione favorevole alla Honda negli Stati Uniti, dove vi ha vinto le ultime 13 gare disputate. Rossi termina la sua gara nella polvere già al terzo giro, tradito dall’anteriore della sua Yamaha e da noie alla frizione alla curva 2 con modalità molto simili a quelle fatali al compagno Lorenzo nel warm up.

La cadute di Vale e Dovi, il secondo posto di Lorenzo. Gara sfortunata quella del pesarese che dopo incoraggianti qualifiche è partito male e ha faticato, sia con Aleix Espargaro, sia con Pedrosa. Valentino interrompe così una striscia di risultati utili di 24 gare, iniziata dopo la scivolata di Aragon 2014, appunto l’ultima sua “x” in un GP. Non va meglio a Dovizioso, pochi giri dopo, anzi: il forlivese nel rientro verso l’Europa farebbe bene a fare uno scalo a Lourdes visto che dopo l’Argentina (Iannone) qui è falciato e messo k.o. da Pedrosa, che sbaglia la staccata, perde la sua Honda e lo travolge. Due più che probabili podi sfumati per il forlivese per due collisioni in due gare. Pilota e Ducati poco fortunati, non c’è che dire. Il bilancio della rossa è salvato da Iannone, 3°, che si risolleva dopo la collisione-polverone di Rio Hondo, rinunciando anche al ricorso per la penalizzazione in griglia che altrimenti avrebbe potuto avere effetti anche a Jerez. Lorenzo chiude 2°, il massimo possibile qui contro Rocket-Marquez e bravo a cancellare in gara la caduta del warm up, ma arrivato a 6″ di distacco . Bene le Suzuki, al 4° e 5° posto con Vinales e Aleix Espargaro.

La gara. La minaccia di pioggia evapora al via, con i big che operano diverse scelte di gomme (chiave sempre più decisiva nella MotoGP era Michelin) con Rossi, Lorenzo, Iannone e Dovizioso orientati sulla doppia media, ma con le Suzuki e Pedrosa con scelgono due morbide, e Marquez con la soft davanti e la media dietro. In prima fila ci sono i tre rivali, come in Argentina, ma con Rossi alle spalle dei nemici Marquez-Lorenzo. La prima staccata è di Lorenzo, ma Marquez si porta davanti alla curva successiva mentre alle sue spalle risale Dovizioso e Aleix Espargaro infila pure Rossi, 6° al primo giro. Vale è in difficoltà e poco dopo cade (foto Gazzetta.it), mentre Dovizioso viene eliminato da Pedrosa, molto sportivo nell’andare a scusarsi con il forlivese, sia subito in pista, sia dopo ai box. Immagine bellissima che in tanti dovrebbero prendere ad esempio. Con Smith e Crutchlow che si toccano a loro volta e Iannone che risale 3° alla spalle di Lorenzo, Marquez fa gara a sé e chiude in carrozza. Chiudono alle sue spalle 2° Lorenzo, 3° Iannone, 4° Vinales, 5° Aleix Espargaro e 6° Redding. Buon 8° Pirro (Ducati Pramac), con le Aprilia di Bradl e Bautista al 10° e 11° posto. Tre gare e, per un verso o l’altro, si profila già quello che potrebbe essere il duello iridato: Marquez-Lorenzo.

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