Il casco da astronauta lo porta Lorenzo, ma l’extraterrestre a Indianapolis è Marquez, che vince la seconda gara di fila, piega la resistenza del maiorchino, 2°, pianta ancora la sua bandiera fra i mattoncini della brickyard e accorcia la distanza con la vetta della classifica portandosi a –56 da Valentino Rossi. Il pesarese risale bene fino al podio dopo un week end non facile in cui vede avvicinarsi il rivale Lorenzo a 9 punti, ma si difende con i denti e si mostra molto reattivo (nella foto: i primi 4 di oggi: Marquez precede Lorenzo, Rossi e Pedrosa).
Il grande favorito della vigilia conferma il pronostico. Chiamatelo Capitan America: il campione del mondo Marc Marquez alza lo scudo e difende la sua imbattibilità negli Usa, dove in MotoGP ha sempre vinto, portando a 5 i suoi successi di fila a Indy, che diventano 6 per una Honda trasformata e che festeggia anche il successo numero 700. La RC213V non è più il cavallo imbizzarrito di inizio stagione (anche se nel warm up Marc finisce di nuovo a terra) e Marquez sembra pronto a giocarsela nel rodeo iridato per il titolo: 56 punti sono tanti, ma, forse non troppi per un fenomeno come lui, visto che mancano ancora molto alla fine del Mondiale. Il feeling con la Honda (un mix con telaio 2014, forcellone 2015 e motore 2015) è ritrovato. Come il sorriso. Messaggi importanti che Marquez lancia ai pretendenti al titolo. La coppia Yamaha non può rilassarsi: presto potrebbe arrivare un terzo incomodo a sparigliare la loro lotta. Di certo per le vittorie di tappa, forse pure per la generale.
Emozioni in gara. Sotto un cielo nuvoloso, con minaccia di pioggia, la corsa asciutta vive di un doppio duello: fra Marquez e Lorenzo per la vittoria, fra Rossi e Pedrosa per il terzo gradino del podio. Una lotta ravvicinata che è rimasta aperta fino alla fine. Marquez ha bruciato Lorenzo, che aveva le gomme ridotte alle tele, e Valentino è riuscito a continuare la sua striscia di podi. Sono 14 di fila. La casella portafortuna, la numero 8, quella da cui Rossi è partito per vincere in Australia (2014) e Qatar e Argentina quest’anno, non è stato un amuleto sufficiente, ma Valentino ha corso alla grande, recuperando in gara, ritmo, posizioni e, soprattutto, punti preziosi nel duello con Lorenzo.
Valentino non molla. Il castello, cioè la vetta della classifica piloti, ha retto all’assalto. Il pesarese ha rinforzato le mura predisponendosi a un week end in difesa, in cui è riuscito a limitare i danni. E, considerando come il maiorchino lo ha surclassato per prestazioni (in gara gli ha dato 5″) e fiducia in tutto il week end, avergli reso solo 4 punti è un successo. E un segnale. I titoli si vincono anche così. Verranno piste dove Vale sarà più forte a andrà all’attacco. Qui difesa e contropiede ha funzionato a dovere.
Dallo start all’arrivo. Lorenzo al via scatta alla perfezione, inseguito dalla Honda di Marquez e Pedrosa, con Rossi che ci mette un giro e mezzo per liberarsi di tre avversari ed essere 4°, ma già a 2″2 di distacco. Dovizioso purtroppo deve retrocedere in coda al gruppo per un dritto alla prima curva di Crutchlow. Davanti Lorenzo e Marquez dettano il ritmo, con Pedrosa in agguato e Rossi non in grado di avvicinarsi al pacchetto di testa. Dopo un terzo di gara, Lorenzo prova l’allungo che non riesce, mentre Rossi inizia a ricucire lo strappo con Pedrosa, il quale al 18° giro viene sorpassato, ma non molla. A 8 giri dalla fine la bandiera bianca con la “x” rossa segnala le prime gocce di pioggia, ma la pista regge. Rossi-Pedrosa si scambiano le posizioni due volte, mentre la contesa Lorenzo-Marquez arriva alla resa dei conti. Duello serrato: Marc passa in testa a 3 giri dalla fine, con Jorge che tiene. Ultimo giro: Vale ha la zampata giusta su Pedrosa e Marquez regge alla pressione di Lorenzo. Iannone festeggia il 26° compleanno con un bel 5° posto davanti a Smith, mentre Dovizioso risale fino al 9° posto, davanti a Petrucci, positivo dopo aver brillato in prova. La prima Ducati al traguardo però incassa 21″ di distacco. Un gap da 2014: non un bel segnale per Borgo Panigale. Vale c’è, Lorenzo e Marquez pure. Giochi aperti. Ci sarà da divertirsi fino alla fine.
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