di FABIO CAMILLACCI/ Valencia, una festa per due. Joan Mir conquista a sorpresa il Mondiale 2020 della MotoGP, riportando così la Suzuki sul tetto del mondo a 20 anni ddi distanza al titolo vinto da Kenny Roberts Jr. Franco Morbidelli invece centra il terzo successo stagionale, confermando di essere un centauro ormai affidabile e maturo; un pilota pronto a lottare per il bersaglio grosso. Sul circuito spagnolo è stata una gara meravigliosa quella del “Morbido” che sul traguardo del Ricardo Tormo ha preceduto la Ducati Pramac di Jack Miller, battuto dopo un maestoso duello ravvicinato nell’ultimo giro, e Pol Espragraro, 3° con una Ktm ormai stabilmente in palla. Il 7° posto invece basta a Joan Mir per laurearsi campione del mondo tra le lacrime del team princpal Suzuki Davide Brivio.
Il momento d’oro del “Morbido”. Prosegue dunque il periodo magico di Franco Morbidelli che conferma di essere il più continuo e redditizio sia dei piloti italiani che di quelli Yamaha; benché la sua moto sia sempre quella dell’anno scorso, che però lui sa gestire al meglio. Peraltro, la settima vittoria del 2020 per la Casa di Iwata arriva nel giorno in cui gli altri suoi alfieri faticano: Quartarato cade nelle prime fasi, Vinales è solo 10°, Valentino Rossi addirittura 12°. Credere in questo Morbidelli, però, per la Yamaha dovrebbe essere il miglior investimento per il futuro. Dopo Morbidelli, Miller ed Espargaro, nei primi 10 troviamo: Alex Rins, Brad Binder, Miguel Oliveira, Andrea Dovizioso e Aleix Espargaro con l’Aprilia.
L’incoronazione di Joan Mir. Il trionfo del maiorchino è arrivato con una gara saggia, iniziata dal 12° posto in griglia e condotta in sicurezza senza prendersi grossi rischi: i suoi rivali erano lontani e allo spagnolo bastava creare un cuscinetto sufficiente su Morbidelli (ora secondo in classifica piloti) per prendersi lo scettro. Joan Mir così nell’albo d’oro della classe regina, si mette in scia a Marc Marquez facendo intravedere la potenzialità per sfidarlo in modo diretto quando il “Marcziano” tornerà in pista al meglio delle sue possibilità dopo il brutto infortunio con ricaduta.
Mir scrive la storia della Suzuki. Da Kenny Roberts Junior, l’ultimo a vincere con questa moto, a Kevin Schwantz, il centauro forse più iconico. Sobrio, ma grintoso e sicuro di sé, aggressivo e mentalmente solido, Mir ha disputato una stagione perfetta, con costanza di risultati e la capacità di affondare i colpi con regolarità in un quadro iridato di grande incertezza e in una stagione anomala, iniziata tardi e condizionata dal Covid-19. Mir non è il pilota che ha vinto di più in stagione visto che Quartararo e Morbidelli hanno tre vittorie all’attivo, ma è quello che ha corso meglio e in modo più regolare e redditizio. Domenica prossima, passerella finale in Portogallo.
Lewis Hamilton sempre più leggenda della Formula 1: il pilota britannico si laurea campione del mondo per la settima volta. Eguagliato il record di Michael Schumacher. Significative le prime parole di Lewis dopo il doppio trionfo in Turchia: “Queste cose vanno oltre i sogni”. Hamilton come Schumi, anche oltre Schumi grazie a 94 vittorie e 97 pole position in carriera: tanta roba per il 35enne inglese che ora può staccare Michael anche nei Mondiali vinti. Il fuoriclasse del volante voleva chiudere il discorso iridato con 3 Gran Premi d’anticipo e ci è riuscito con una vera e propria magia, una vittoria a una sosta con gestione insuperabile della gomma intermedia su pista umida per 50 giri. Semplicemente straordinario.
La Ferrari torna sul podio. Il campione della Mercedes ha vinto battendo la Racing Point di Sergio Perez e la Ferrari di Sebastian Vettel. E il Cavallino Rampante ha piazzato anche Charles Leclerc al quarto posto. Un quarto posto un po’ amaro perché il monegasco si stava giocando la seconda posizione, persa poi all’ultimo giro per un piccolo errore nel tentativo di passare Perez. E’ stato un GP un po’ pazzo, condizionato dalla pioggia caduta abbondante prima del via e quindi una gara disputata con gomme da bagnato. E Valtteri Bottas con l’altra Mercedes? Incredibile ma vero: ha chiuso 14° e da doppiato.
Il terzo posto di Seb e gli altri piazzamenti. Vettel come detto si è preso un bel podio, ma ha rischiato di perderlo dopo il secondo cambio gomme, cioè da quando lui e Lance Stroll, dominatore per 36 giri, non hanno più trovato il passo. Il canadese è stato risucchiato fino al nono posto finale, certamente non bello dopo la splendida e sorprendente pole del sabato. Buona gara anche per le McLaren di Carlos Sainz, quinto, e di Norris, ottavo; separate dalle Red Bull di Max Verstappen e Alex Albon, a Istanbul entrambi fallosi. Un punto iridato anche per Daniel Ricciardo con la Renault. Ora pausa lunga per il “Circus” dell’automobilismo: si torna in pista domenica 29 novembre con il GP del Bahrein.
Commenta per primo