Mischa Maisky è considerato uno dei più grandi violoncellisti viventi. Ha studiato con MStislav Rostropovič e ha collaborato con moltissimi musicisti, tra i quali Martha Argerich, Radu Lupu e Gideon Kramer; in orchestra è stato diretto da Leonard Bernstein, Zubin Meta e Riccardo Muti tra i tanti altri. A Roma, nella cornice magnificente del teatro Argentina, si è esibito con la figlia Lily, che l’ha accompagnato al pianoforte in un intenso programma dal titolo Maisky2, per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana.
L’apertura di serata con la sonata in sol minore di Bach, scritta originariamente per viola da gamba, è stato un chiaro tributo al maestro della composizione, molto amato da Maisky. Di seguito, la Sonata in La Minore detta “Arpeggione” di Schubert e la Phantasiestücke numero 73 di Schumann, hanno mostrato tutto l’afflato romantico del musicista che è uno dei concertisti più spettacolari da ascoltare dal vivo. Infine, la sonata numero 1 in mi minore di Brahms ha portato il pubblico ad ascoltare le estreme conseguenze delle tessiture per pianoforte e violoncello, in un’opera tardo romantica che omaggia gli albori con un riferimento esplicito all’Arte della fuga del maestro di Eisenach.
Mischa Maisky, abituato a partner di ben altra esperienza (ha inciso lo stesso programma per la Deutsche Grammophon con Martha Argerich), non ha fatto rimpiangere la scelta dell’accompagnatrice e ha regalato al pubblico la sua nota intensità interpretativa concedendosi generosamente in tre bis. Bartok, Mozart e Camille Saint-Saëns hanno infine decisamente sancito l’alta qualità della performance anche per gli uditori meno esperti.
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