La manifestazione indetta a Roma, in concomitanza con la festa della Repubblica, da Matteo Salvini per la Lega e da Giorgia Meloni per Fratelli d’Italia, con aggregazione di Tajani per conto di Forza Italia – che doveva essere simbolica, e con una presenza contingentata di 300 persone – si è trasformata in un vero e proprio corteo nel centro della capitale, con assembramento di militanti e di curiosi nel budello di Via del Corso attraversata da uno striscione tricolore lungo 300 metri, senza alcun rispetto delle regole del distanziamento sociale (foto).
Ovviamente si è trattato di una manifestazione contro il governo che ha fatto leva sul malumore creato in questi mesi dalla lotta al coronavirus, con le restrizioni e con le ripercussioni sul piano economico avute su molte categorie di italiani. Esattamente ciò che il presidente Mattarella, nel discorso pronunciato il giorno precedente, aveva chiesto di evitare in un momento in cui c’è l’esigenza della massima unità e solidarietà tra le forze politiche.
Perciò Salvini ha rilasciato dichiarazioni che tendevano a bilanciare quella impostazione affermando tra l’altro: “Capisco la voglia e la rabbia, ma dobbiamo costruire un percorso che porti l’Italia lontano, senza dover aspettare aiuti esterni che tanto non arrivano. Ora dobbiamo trasformare queste proposte in emendamenti da suggerire al governo”. Parole seguite però da velenosi accostamenti e insinuazioni velenose: “Siamo qui a nome degli italiani dimenticati in questi mesi e discriminati, c’è un pregiudizio nei confronti del privato, lavoratori autonomi e liberi professionisti, invece non ci possono essere lavoratori italiani dimenticati”. Più aggressivi i toni della Meloni nel rivendicare il diritto anche dei post fascisti di celebrare l’anniversario della nascita della Repubblica nata dalle rovine lasciate dal fascismo dopo essere stato cacciato via dalla Resistenza e dagli alleati.
L’insulto a Mattarella. Nel corteo che si snodava da Piazza Venezia lungo via del Corsosi è sentita a un certo punto la voce di uno dei militanti che reggevano la lunghissima bandiera il grido: “La mafia ha ucciso il fratello sbagliato”, una invettiva e un velenoso insulto contro il presidente Mattarella, il cui fratello Piersanti fu assassinato dalla mafia a Palermo quando era presidente della Regione Sicilia. A catturare audio e video, quasi casualmente, è stata una giornalista di Globalist che ha poi pubblicato la registrazione su quel sito. E si sente la voce che ripete in dialetto romanesco l’invettiva all’interlocutore che non aveva capito: “La mafia sbagliò fratello, invece da ammazza’ Piersanti…”
Anche a Milano c’è stato un raduno del centrodestra in piazza Duomo con la stessa impostazione e con slogan come “pace fiscale stop alle cartelle”, “aiuti veri per commercianti, artigiani e partite Iva”, per citarne solo alcuni. Ma nella stessa piazza c’era anche un gruppo di manifestanti formato da esponenti dei “centri sociali” che protestavano contro la sanità lombarda (gestita dalla Regione Lombardia, governata dal centrodestra)..
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