NO BREXIT/ L’Inghilterra del calcio sta bene in Europa e fa la storia. Tutta britannica anche la finale di Europa League: sarà derby di Londra Arsenal vs Chelsea. Sarri si gode la prima finale da tecnico e ribadisce: “Sto bene qui”

di FABIO CAMILLACCI/ Mentre il governo della premier Theresa May è alle prese col processo Brexit, le squadre di calcio inglesi dominano l’Europa del calcio: quattro finaliste su quattro tra Champions League ed Europa League. Non era mai accaduto nella storia delle Coppe Europee. Insomma, l’Inghilterra ci sta bene in Europa. Pertanto, nella Coppa Campioni, il primo giugno a Madrid, si sfideranno Liverpool e Tottenham, mentre nell’ex Uefa, il 29 maggio a Baku, sarà derby di Londra tra Arsenal e Chelsea. Nel giovedi di Europa League trend confermato: emozioni a valanga sia a Londra che a Valencia, anche se il ritmo il gioco e le giocate non sono belle come quelle ammirate nella più bella Champions degli ultimi venti anni.

Blues e Gunners a braccetto. A Stamford Bridge, Jovic risponde a Loftus-Cheek: Chelsea-Eintracht Francoforte termina 1-1 come all’andata. Si va così, prima ai tempi supplementari, poi ai calci di rigore che sorridono alla squadra dell’ex tecnico del Napoli Maurizio Sarri. Nella lotteria dal dischetto, l’errore di Azpilicueta sembra condannare i Blues, ma il portiere spagnolo Kepa para i rigori di Hinteregger e Paciencia. E’ il belga Hazard, trasformando il penalty decisivo, a far esplodere Stamford Bridge. A Valencia invece i Gunners di Emery, forti del 3-1 dell’andata, rischiano realmente solo all’alba del match, poi grazie a uno straordinario talento offensivo ribaltano la partita: tripletta di Aubamenyang e rete di Lacazette per il 4-2 finale. Game over.

Sarri felice ribadisce: “Al momento non intendo tornare in Italia”. Prosegue tra una ridda di voci il tradizionale valzer delle panchine che caratterizza i finali di stagione. Sarri però non intende lasciare la Premier League, sta bene in Gran Bretagna e al Chelsea. Intanto, si gode l’accesso alla sua prima finale europea da allenatore e può quindi andare a caccia del primo titolo da tecnico per scrollarsi di dosso l’etichetta di “perdente di successo”. Come detto, Sarri ribadisce un concetto: “Cosa mi ha dato più soddisfazioni in Inghilterra? Non è semplice, ti scontri con delle diversità di mentalità e con un mondo diverso dal nostro. Da un lato mi dispiace giocare così tante partite, ma da un altro lato mi dà adrenalina, è un calcio difficile perché è un livello altissimo. Anche lì si inizia a giocare un calcio tatticamente più evoluto ma con l’intensità del vecchio calcio inglese. Mi dispiace non aver potuto lavorare molto sulla tattica difensiva, il gol di oggi non si può prendere. Ritorno in Italia? Non lo so, al momento no…”. Nonostante queste dichiarazioni, l’ex mister del Napoli continua a essere corteggiato da molte squadre italiane con la Roma in pole per via di un accordo tra Sarri e il “Casaleggio” di Pallotta, Franco Baldini: consigliori del patron romanista che si divide tra Londra e Città del Capo. Insomma, mutuando una splendida canzone di Franco Califano, un ritorno di Sarri in Italia non è da escludere. Brexit o non Brexit.

ale

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