di NUCCIO FAVA* – Sono tempi complicati e difficili: emergono da un lato coraggio ed eroismo con abnegazione e vicinanza solidale dal valore enorme, all’opposto le irresponsabilità dei contestatori parigini che urlano “libertà” assaltando pedoni, polizia, bar e giardini.
Colpisce soprattutto una concezione della libertà esclusivamente egoistica che esclude a priori quella degli altri, a cominciare da parenti e familiari più stretti. Una vera follia guidata non a caso dall’esponente di estrema destra già compagno di Marine Lepen.
Su altro piano, almeno divertente e dal tono inconsapevolmente grottesco, lo ascolto in autostrada al casello di Orte: “È la solita manfrina, la lotteria nazionale resta sempre quasi tutta a Roma. Al Nord nemmeno le briciole”. Povera Rai, dovrebbe trasferire a Milano il presentatore di Sanremo quasi non gli bastassero le nuove grane a cominciare dalle distanze tra i cantanti, gli spettatori e gli invitati.
Purtroppo però urgono questioni più gravi e importanti. La scuola prima di tutto con opposte tensioni circa l’opportunità di rinviarne l’apertura o di ampliarne comunque l’agibilità con nuove misure di sicurezza dopo che per settimane si era sbraitato contro la Didattica a distanza e ironizzato sui banchi “a rotelle”. Crescono intanto gli assalti agli ospedali: da non drammatizzare, ma che accrescono preoccupazioni e timori. Le lunghe code sui viali di accesso ai centri per i tamponi con un misto di insofferenza e di paziente attesa da parte degli interessati ricordano scene dell’anno passato, che però allora erano prevalentemente di defunti e dei reparti di terapia intensiva senza più posti liberi.
Si aggiungono, poi, i timori per il caro carburante e l’aumento della spesa familiare.
Problemi seri, non solo italiani, che rafforzano l’urgenza di interventi coordinati da parte dell’Europa (non solo verso i maggiori produttori di materie prime) per il controllo delle fonti energetiche. Con uno sforzo di coordinamento e riequilibrio globale che trovi modi di nuova e migliore relazione anche con Russia e Cina senza indebolire la nostra identità democratica e rafforzando valori civili e istituzionali che accrescano le caratteristiche e il ruolo dell’Europa. Su questo terreno in fondo si basano anche l’indicazione e la protesta nei confronti del comportamento grave (e da sanzionare) del grande tennista Djokovic, giustamente fermato in Australia per il tentativo di entrarvi senza il rispetto delle regole anti-covid da far valere per tutti: campioni di fama mondiale o cittadini comuni.
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