di NUCCIO FAVA* – Ci è parsa di cattivo gusto più che paradossale la discutibilissima manifestazione con a capo politicamente soprattutto il leader leghista e dal punto di vista della sceneggiata, come al solito efficace e brillante, ma assolutamente inappropriata e non condivisibile, da parte di Vittorio Sgarbi , originale e apprezzato critico d’arte, spesso però fuori tema e fuori misura. In ogni sede da otto e ½ ad Agorà, solo per ricordare qualcuna delle sue continue apparizioni. Iniziativa a nostro avviso tanto più inopportuna non solo per il luogo, pur sempre una sede istituzionale come il Senato, ma forse ancor più per il tema all’ordine del giorno connesso strumentalmente all’uso della mascherina. Argomento per molti faticoso se non oppressivo, ma che alla fine ha costretto a farne uso anche Trump, Johnson e Bolsonaro, proprio perché riconosciuto strumento indispensabile per scongiurare i rischi terribili della sua diffusione del virus fino alla compiuta speranza di scoperta finalmente di un vaccino risolutore. Purtroppo ancora però lontano, a sicura realizzazione.
Certamente si è molto discusso, anche tra scienziati, sul modo più efficace di contrastare il virus e talvolta con motivazioni discutibilissime o di contrasti tra scuole e personalismi talvolta addirittura coinvolgendo nelle valutazioni cantanti, ballerine e intrattenitori vari e passanti. Con nessun rispetto fra l’altro prima di tutto per le vittime e le loro famiglie, gli amici e conoscenti.
Ci è parso in certi casi di tornare alle trasmissioni sulla cura del cancro con le interiora degli agnelli e lo spregiudicato Di Bella assurto a luminare alla stregua del professore e ministro Veronesi. Senza volere scomodare i rischi per la salute e la devastazione contro la scienza in generale che tali performance possono causare.
Restiamo insomma un paese singolare anche in momenti terribilmente tragici, quasi potessero essere dimenticate con superficialità la tristezza e la gravità del momento storico causato dalla pandemia in tutto il mondo e che comunque in Italia, pur con alcuni errori compiuti, hanno provocato sicuramente minori sofferenze , minori vittime e minori sciagure. E non sempre del resto anche il dibattito al Senato sullo scostamento di bilancio per la terza volta e per la considerevole cifra di 25 miliardi è stato sempre all’altezza. Però la discussione è stata avviata da una robusta ed ampia esposizione del ministro Gualtieri che ha insistito soprattutto sul nesso tra recenti decisioni europee e scelte economiche del governo italiano in coerenza con uno sforzo di rinnovamento non solo notevole sul piano delle risorse messe a disposizione, ma ad una nuova apertura circa il ruolo dell’Europa promotrice di sviluppo, innovazione e solidarietà: tutti elementi che erano rimasti in ombra e avevano provocato un generale arretramento delle istituzioni europee e dei singoli stati.
La responsabilità del parlamento e delle stesse opposizioni deve essere quindi quella di accompagnare ed assecondare anche con le critiche ed il dissenso la nuova pagina per l’Italia tutta. A cominciare soprattutto dal tema della scuola e della formazione, che resta questione apertissima per il futuro delle nuove generazioni insieme al drammatico problema del mezzogiorno e delle donne, le più esposte alle fatiche della violenza della pandemia.
*Nuccio Fava, presidente dell’Associazione Giornalisti Europei, è stato direttore del Tg1, del Tg3 e delle Tribune politiche Rai
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