La botta di Venezia è stata giustamente severa e Renzi lascia ad intendere di averne compreso il significato. Anche perché c’è pure la sconfitta di Arezzo, terreno politico ed elettorale caro alla Boschi, che ostentava assoluta sicurezza. Si tratta naturalmente di elezioni parziali, di carattere locale, che non hanno però mancato di mettere in clamorosa luce la disaffezione o, peggio, il rifiuto di una politica ritenuta – in termini generali – inadeguata, inaffidabile e corrotta. Sicuramente questo dato del non voto e della disaffezione ha valenza omogenea su tutto il territorio nazionale, ma non poteva non valere soprattutto a Venezia, investita dallo scandalo del Mose. Si aggiunga la sempre più grave e sconcertante storia di Mafia capitale, rispetto alla quale anche Papa Francesco ha espresso un giudizio molto severo, parlando della necessità di una ricostruzione morale e spirituale della città. Il Papa è apparso accorato ma fermo nell’indicare il dovere dell’impegno e della testimonianza, chiedendo ai centomila giovani dell’Agesci, di sviluppare un tavolo “per costruire ponti e non muri”. Sul suo piano religioso e spirituale il Papa si conferma di straordinaria efficacia e viene compreso con semplicità da tutti.
Forse la mancanza maggiore della nostra politica è che preferisce “abbaiare alla luna”, come ha detto Renzi a proposito delle opposizioni al suo governo, soprattutto a Salvini e a Grillo. Purtroppo però alla luna sembra “abbaiare” lo stesso presidente del Consiglio, che si illude di dare risposte ai problemi con dichiarazioni e interviste. I problemi non mutano natura e difficoltà se affrontati con una dichiarazione efficace e ad effetto. A maggior ragione quando le grandi difficoltà che stanno difronte, per citarne solo due, riguardano il dramma dell’emigrazione e l’enorme secchio di spazzatura di “mafia capitale”, che continua a sfornare miasmi. Pur concedendo il beneficio della buona volontà al presidente-segretario, che ha commissariato il Pd romano e chiesto la massima inflessibilità per i corrotti, specie quelli del suo partito, i cittadini tuttavia si chiedono perché mai nessuno ai vertici del Pd si fosse accorto del marcio presente o non l’avesse comunque denunciato e contrastato con durezza. L’impressione è che l’opinione pubblica avverta molto tutta la vicenda come una matassa magmatica di intrallazzi e di corruzione e che di per sé il buon Orfini non riesca a dar vita ad una vera bonifica. Ecco, questa “grana” romana è davvero terribile e Renzi rischia di limitarsi a semplici grida manzoniane, mentre i “bravi” continuano ad operare con le vecchie logiche attendendo tempi migliori per tornare a galla.
Ma anche l’alta emergenza, quella dell’ininterrotto flusso di disperati che sbarcano in Italia, non si è riusciti finora a farlo affrontare in modo adeguato a livello Europeo, sede nella quale dovrebbe poter trovare una qualche comprensione umanitaria e politica. Ci salviamo in qualche modo con le nostre strutture di emergenza – Protezione Civile, Esercito, Croce Rossa – e anche con l’ammirevole generosità di singoli cittadini che portano a questi disperati, compreso donne e bambini, aiuti alimentari, vestiti e coperte. Tuttavia duole il cuore vedere sugli scogli di Ventimiglia questi uomini e donne, sbarcati a Lampedusa, bloccati dalla Gendarmeria francese. Eppure a breve è previsto l’incontro del nostro presidente Renzi con il presidente Hollande, e dovrebbe esser sufficiente un colloquio telefonico per sbloccare questa vergogna da parte di un paese amico come la Francia.
Per tutta risposta sappiamo invece che è stato predisposto un piano B nel caso di fallimento a Bruxelles. Confesso che è sconcertante, di fronte alle immagini dei migranti sugli scogli di Ventimiglia, o dei disperati raggruppati alla meno peggio fuori delle stazioni ferroviarie di Milano e di Roma, apprendere che il nostro governo ha comunque approntato un piano B, di cui nessuno conosce il contenuto e che fa purtroppo pensare alla seconda busta di un quiz televisivo che non prevede però nessun premio.
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