Nuova giornata di attacchi tra Israele e i palestinesi arroccati nella Striscia di Gaza: si blocca di nuovo la liberazione degli ostaggi

I servizi di telecomunicazione sono stati interrotti in tutta la Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato in un comunicato la società palestinese di telecomunicazioni Paltel. “Siamo spiacenti di annunciare la completa cessazione delle comunicazioni e dei servizi Internet con la Striscia di Gaza, poiché le linee principali precedentemente ricollegate sono state nuovamente interrotte”, si legge in un comunicato riportato da  Haaretz. Infatti il Segretario Generale dell’ONU, Guterres, si dice “Allarmato dalla ripresa delle ostilità”.

 “Le Nazioni Unite – continua – fanno appello alle forze israeliane ad evitare ulteriori azioni che aggraverebbero la catastrofica situazione umanitaria a Gaza e a risparmiare altre sofferenze ai civili, civili – aggiunge – di cui fanno parte anche lavoratori sanitari, giornalisti e personale dell’Onu”. Guterres ha anche manifestato preoccupazione per l’escalation di violenza nei Territori e ribadito la richiesta per un “cessate il fuoco umanitario a Gaza e il rilascio immediato e senza condizione di tutti gli ostaggi.

E cade nel vuoto, per ora, l’appello del portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller, il quale ribadisce il “No ad una campagna militare a sud di Gaza come nel nord”. Insomma non si vuole  vedere una campagna militare nel sud della Striscia di Gaza come quella condotta nel nord. Questo significa che gli Stati Uniti non vogliono vedere lo stesso livello di vittime civili, lo stesso livello di sfollamento di massa, cone ha detto oggi il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller, riferendo nel briefing con la stampa sulla recente visita in Israele di Antony Blinken.

Miller ha quindi riferito di un “piano molto dettagliato” illustrato dal governo israeliano a tal fine, “ma, come ha dichiarato il segretario di Stato, quello che conta non è l’intento, ma il risultato, e stiamo seguendo molto da vicino e continueremo a farlo prima di fare una valutazione definitiva”.

“Ci aspettiamo che Israele rispetti il diritto umanitario internazionale e che faccia di tutto per minimizzare il numero di vittime civili, che non si ripeta a sud quello che abbiamo visto a nord”, ha aggiunto. 

L’agenzia dell’Onu per il coordinamento degli affari umanitari afferma che il 75% della popolazione è composto da sfollati interni. Circa 1,8 milioni di persone, pari al 75% della popolazione della Striscia di Gaza, sono sfollati interni: lo dichiara l’agenzia dell’Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha). Il precedente bollettino Ocha parlava di 1.7 milioni di sfollati, anche se “ottenere un conteggio preciso è oneroso”, precisa l’agenzia Onu, citata da vari media fra cui il Guardian.

Dal canto suo il gabinetto di guerra israeliano dovrebbe approvare oggi un aumento degli aiuti umanitari e del carburante per la Striscia di Gaza. Lo riporta il sito Axios, citando fonti israeliane e americane. L’esercito israeliano aveva bloccato venerdì scorso l’ingresso dei camion carichi di aiuti umanitari e di carburante dall’Egitto a Gaza, con la ripresa delle ostilità nell’enclave palestinese, ma su pressione Usa l’ingresso dei camion è ripreso sabato, anche se limitato. “Israele ha bisogno del sostegno degli Stati Uniti per ampliare la sua operazione militare nella città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, il che rende difficile respingere le richieste degli Stati Uniti”, hanno detto funzionari israeliani. 

Secondo le fonti, gli Stati Uniti hanno chiesto a Israele di far entrare a Gaza ogni giorno più di 200 camion di aiuti e carburante, rispetto ai 100 entrati da sabato scorso. Gli Stati Uniti hanno inoltre chiesto di autorizzare l’ingresso a Gaza di 180.000 litri di carburante, tre volte la quantità consentita dalla fine del cessate il fuoco.

Di fronte a questo nuovo inasprirsi dei rapporti tra Israele e Hamas, l’Alto rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera, Josep Borrell, ribadisce che “Un orrore non può giustificare altro orrore“. E sottolinea: “L’attentato terroristico di Hamas del 7 ottobre è stato una carneficina, ma quello a cui stiamo assistendo a Gaza è un’altra carneficina. Quante vittime? Non lo sappiamo, nessuno lo sa. Qualche stima dice 15 mila, ma temo che sotto le macerie delle case distrutte ce ne siano molte di più con un alto numero di bambini“.

Borrell è stato interrotto dagli altri speaker che gli hanno fatto notare che alcuni partecipanti avevano iniziato ad uscire dall’aula. “Le persone stanno lasciando la sala? Perchè?“, ha chiesto l’Alto rappresentante senza ricevere risposte. “Probabilmente ho detto qualcosa di scomodo, ma le Nazioni Unite hanno detto chiaramente che quello che è successo in un caso era stato riconosciuto” come carneficina “e quello che sta succedendo a Gaza è un altro” caso di carneficina. “Perchè non si può accettare questo alto numero di vittime civili, anche se ovviamente Israele ha il diritto di difendersi. Come ho detto un orrore non può giustificarne un altro, c’è stato l’orrore ma l’orrore non può giustificarne un altro. E la comunità internazionale ha più volte fatto sentire la sua voce chiedendo di porre fine a questo orrore“, ha aggiunto.

Ma sta di fatto che l’Esercito israeliano ha dispiegato, nella Striscia di Gaza, la ‘Brigata Kfir’, nata nel 2005 e che da  allora non aveva mai partecipato a operazioni delle forze israeliane nell’enclave palestinese. La Brigata, specializzata in lotta al  terrorismo e combattimento in aree urbane, è impegnata – secondo un  comunicato dei militari israeliani – in operazioni per “localizzare i  tunnel” usati da Hamas e “distruggere” il gruppo dopo il terribile  attacco del 7 ottobre in Israele. I militari della Brigata Kfir sono impiegati insieme al “genio, alle  forze corazzate e all’artiglieria” che operano nel nord della Striscia di Gaza per “sconfiggere il nemico e portare a termine compiti  aggiuntivi volti a consentire alle Forze di difesa di Israele di  continuare le manovre nella zona. Sinora, stando a quanto comunicato, i soldati della Brigata ha individuato “oltre 30 tunnel” e “diretto”  un centinaio di attacchi dell’artiglieria, “distruggendo” obiettivi di Hamas.

Msf riporta che sono 100 i morti e 400 i feriti in 48 ore nell’ospedale di Al-Aqsa

L’offensiva aerea e di terra di Israele si sposta verso sud e alle persone di alcune zone dell’Area di Mezzo e di Khan Younis è stato ordinato di spostarsi più a sud, verso Rafah, lungo il confine egiziano.  Msf ha dovuto sospendere il supporto medico alle cliniche dei Martiri e Beni Suhaila, poiché si trovano nelle aree sottoposte a ordine di evacuazione.”Ogni giorno, le autorità israeliane ordinano l’evacuazione di un nuova zona, chiedendo alle persone di trasferirsi in un’altra città, sempre più a sud – ha detto un membro dello staff di Msf sfollato a Khan Younis – anche durante la tregua, alle persone non era permesso tornare alle proprie case nel nord. Restano accessibili solo tre o quattro quartieri e sono tutti sovraffollati”.La maggior parte degli 1,8 milioni di sfollati interni nella Striscia hanno cercato rifugio nel sud di Gaza, dove attualmente vivono in condizioni spaventose. Molti civili sono stati costretti spostarsi più volte a partire dal 7 ottobre. Non hanno nessun posto dove andare perché nessun posto è sicuro, ha rimarcato Msf.

E le notizie che arrivano da quel fronte confermano ciò che afferma  l’agenzia palestinese Wafa: bombe su due scuole nella Striscia che ospitavano sfollati, almeno 50 morti. Almeno 50 civili sono stati uccisi e centinaia di altri feriti in una serie di attacchi israeliani che hanno preso di mira due scuole che ospitavano sfollati nel quartiere di al-Darraj a Gaza City.  Aerei da guerra israeliani hanno bombardato la scuola Salah Ad-Din gestita dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) e la scuola Martyr Assad Saftawi nel quartiere di al-Darraj. Decine di feriti sono stati portati all’ospedale arabo Al-Ahli, nel vicino quartiere di al-Zeitoun. Gli operatori delle ambulanze hanno riferito che stanno incontrando enormi difficoltà a raggiungere i feriti a causa degli intensi bombardamenti israeliani sull’area.

Putin: il conflitto di Gaza assume la forma del disastro umanitario

Il conflitto palestinese-israeliano ha assunto la forma di un disastro umanitario, ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin: “I conflitti regionali si stanno intensificando e nel caso del confronto israelo-palestinese la situazione, per quanto tragica, ha assunto la forma di un vero e proprio disastro umanitario“.

Onu: 300 morti a Gaza dalla ripresa delle ostilità

Almeno 300 persone sono state uccise a Gaza da quando è terminata la pausa umanitaria il 1° dicembre: lo riferisce l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Unocha), come riporta il Guardian. L’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite ha inoltre riferito che l’accesso agli aiuti è stato completamente bloccato nel nord di Gaza. Si tratta della metà del bilancio fornito dal ministero della Sanità di Hamas di circa 600 morti.

Khamenei: la cooperazione tra paesi anti Usa è utile per la Palestina

“Una coalizione di Paesi anti americani che sia focalizzata sulla cooperazione economica può adottare una posizione chiave, comune e influente rispetto a questioni globali come quella della Palestina”. Lo ha affermato, su X, la Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, che oggi ha incontrato il presidente cubano Miguel Díaz-Canel in visita a Teheran. “Il potenziale politico ed economico dell’Iran e di Cuba dovrebbe essere utilizzato per formare un’alleanza e una coalizione di Paesi che condividono lo stesso atteggiamento riguardo all’aggressione da parte degli Usa e dell’Occidente”, ha detto Khamenei aggiungendo che “la dimensione della tragedia a Gaza è così vasta che ha rivelato la vera natura del regime sionista all’opinione pubblica globale e non sarà più possibile nasconderla”.

Nuovi attacchi nel Mar Rosso

 Il cacciatorpediniere americano USS Carney ha abbattuto tre droni nel corso di diversi interventi scattati ieri nel Mar Rosso quando “si sono verificati quattro attacchi contro tre diverse navi commerciali operanti in acque internazionali”. Lo ha riferito il Comando unificato delle forze armate degli Stati Uniti (Centcom), puntando il dito contro il gruppo yemenita Ansar Allah,  noto anche come “movimento houthi”, sostenuto dall’Iran, che ha però rivendicato l’attacco solo a due navi. Nella nota si precisa che gli attacchi sono iniziati alle 9:15 del mattino, con “diversi missili lanciati da zone controllate dagi Houthi contro la nave battente bandiera delle Bahamas Unity Explorer”. Quindi, “attorno alle 12, mentre si trovava in acque internazionali, USS Carney ha intercettato e abbattuto un drone lanciato dalle aree controllate dagli Houthi nello Yemen”. Nella nota, le forze Usa hanno sottolineato di non poter precisare quale fosse il bersaglio del drone, che non ha causato “danni alla nave americana o ferite al personale”. Poco dopo è stato lanciato un nuovo attacco sempre contro la Unity Explorer, colpita questa volta da un missile che causato “danni minori”. Durante il suo intervento per valutare i danni, il cacciatorpediniere Usa ha “intercettato e abbattuto un altro drone”. Attorno alle 15:30 è stata quindi presa di mira la nave battente bandiera del Panama M/V Number 9, che ha riportato “danni e nessuna vittima”. Quindi, circa un’ora dopo, USS Carney ha risposto a un’altra richiesta di soccorso, arrivata da un’altra nave con bandiera panamense, Sophie II, colpita da un missile, che non ha causato “danni significativi”. E’ in quest’occasione che il cacciatorpediniere Usa ha abbattuto il terzo drone.  “Questi attacchi rappresentano una minaccia diretta al commercio internazionale e alla sicurezza marittima – ha rimarcato Centcom nella nota – hanno messo a repentaglio la vita degli equipaggi internazionali che rappresentano più paesi in tutto il mondo. Abbiamo anche tutte le ragioni per credere che questi attacchi, sebbene lanciati dagli Houthi nello Yemen, siano pienamente autorizzati dall’Iran. Gli Stati Uniti prenderanno in considerazione tutte le risposte appropriate, in pieno coordinamento con i suoi alleati e partner internazionali”. Ansar Allahche controlla la capitale San’a e la zona nord-occidentale dello Yemen affacciata sul Mar Rosso aveva annunciato nei giorni scorsi di essere pronto a “riprendere e ad ampliare le operazioni militari contro il nemico israeliano”, qualora fosse ripresa l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, e di essere pronto a “impedire alle navi israeliane di navigare nel Mar Rosso”. Nella rivendicazione diffusa dal portavoce militare Yahya Saree, gli Houthi hanno ammesso di aver attaccato “due navi israeliane nello stretto di Bab al-Mandeb”, che collega il Golfo di Aden al Mar Rosso, la Unity Explorer e la M/V Number 9, precisando di aver preso di mira la prima “con un missile e la seconda con un drone” dopo “che le due navi hanno respinto i messaggi di avvertimento”. “Le forze armate yemen

Riprende il processo a Netanyahu: è accusato di corruzione, frode, abuso di potere

Dopo una pausa di due mesi, dovuta alla guerra contro Hamas a Gaza, è ripreso oggi al tribunale distrettuale di Gerusalemme il processo nei confronti di Benyamin Netanyahu, che è accusato di corruzione, frode ed abuso di potere. Vista la lentezza dello svolgimento delle udienze i tre giudici, secondo i media, intendono passare adesso a quattro sedute alla settimana. Ma a quanto risulta alcuni avvocati sono stati reclutati fra i riservisti e oggi sarà verificato se sia possibile tenere almeno tre udienze settimanali. Secondo la radio pubblica Netanyahu per il momento non è chiamato a testimoniare. Potrebbe essere tuttavia convocato a partire da aprile. Ieri esponenti del Likud hanno espresso indignazione per la ripresa del processo “ad un primo ministro che è impegnato giorno e notte a gestire la guerra contro il nemico”.

Decine di carri armati israeliani sono entrati nel sud della Striscia di Gaza

Decine di carri armati israeliani si trovano nella Striscia di Gaza mentre l’esercito israeliano sta estendendo le sue operazioni nell’enclave. Lo hanno riferito testimoni alla France Presse. l bilancio delle vittime tra i civili palestinesi è in aumento, con nuovi segnali di un conflitto che si sta diffondendo in tutta la regione, con incidenti in questo fine settimana in Iraq e nel Mar Rosso.

Il presidente iraniano Raisi: la comunità internazionale tace sul genocidio a Gaza

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha criticato il “silenzio assordante della comunità internazionale sul genocidio di Israele a Gaza” durante un colloquio a Teheran con l’omologo cubano Miguel Díaz-Canel, in visita ufficiale in Iran. “Nessuna organizzazione internazionale sta cercando di fermare la macchina omicida di Israele”, ha detto Raisi durante l’incontro, come riporta Mehr.

Attesa oggi in Israele un’alta delegazione Usa

Una delegazione di alti funzionari dell’amministrazione Biden arriverà oggi in Israele per incontrare le controparti israeliane e discutere la pianificazione del dopoguerra a Gaza. Lo ha annunciato la Casa Bianca.

La delegazione sarà guidata dal consigliere per la sicurezza nazionale della vicepresidente Usa Kamala Harris, Phil Gordon, che era con lei negli incontri con i leader arabi a Dubai nel fine settimana. A lui si unirà Ilan Goldenberg, consigliere di Harris per il Medio Oriente insieme ad altri. Secondo il sito di notizie Walla, la delegazione statunitense incontrerà il presidente del Consiglio di sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi e il ministro degli affari strategici Ron Dermer insieme al presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas in Cisgiordania.

Erdogan: pronti ad essere garanti per la pace Israele-Palestina. Impedire mire espanisionistiche di Netanyahu in Cisgiordania

La Turchia è pronta ad essere un Paese garante in colloqui di pace tra Israele e la Palestina. Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta Anadolu. “Gaza è un territorio palestinese, appartiene ai palestinesi e così sarà per sempre”, ha aggiunto il leader turco parlando al vertice ministeriale del Comitato per la cooperazione economica e commerciale (Comcec) dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (Oic), in corso a Istanbul. Ha poi fatto appello all’unione di tutto il mondo islamico contro le mire espansionistiche in Cisgiordania dello Stato di Israele “È dovere di tutto il mondo islamico compattarsi per non permettere a Israele di portare avanti questa politica espansionistica. Intervenire per l’integrità della Palestina È un dovere non solo nei confronti dei nostri fratelli palestinesi, ma della nostra stessa sicurezza. Oggi è Gaza, ma sappiamo tutti che metteranno presto gli occhi su altre aree. Il macellaio di Gaza Benjamin Netanyahu ha detto più volte dinanzi alle telecamere di puntare all’espansione su Ramallah oltre che su Gaza”, ha dichiarato Erdogan. Il presidente turco ha detto che difendere Gaza significa “allo stesso tempo difendere Gerusalemme, la Mecca, Medina, Istanbul, Beirut, Damasco e Baghdad” e tutte “le città del mondo islamico”.

Erdogan: “Netanyahu criminale di guerra, sia processato”

Il premier israeliano Benjamin “Netanyahu dovrebbe essere processato per essere un criminale di guerra e il macellaio di Gaza”. Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, aggiungendo che la Turchia “non permetterà che la questione delle armi nucleari di Israele venga dimenticata”.

Il presidente turco ha detto che il premier israeliano ha “ideali espansionisti” e ha affermato che Ankara non permetterà ad Israele di “occupare nuovamente Gaza”. Parlando al vertice ministeriale del Comitato per la cooperazione economica e commerciale (Comcec) dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (Oic), in corso a Istanbul, Erdogan è tornato ad attaccare l’Occidente affermando che “chi cerca di ignorare i morti di Gaza stando in silenzio, persino giustificandoli con il pretesto di Hamas, non può parlare di umanità”.

Esercito israeliano fa saltare l’edificio della Corte Suprema di Hamas

L’esercito israeliano ha fatto saltare in aria oggi a Gaza City la sede della Corte Suprema di Hamas, al cui interno funzionavano anche altri tribunali di vario grado fra cui un Tribunale islamico. Le immagini sono state rilanciate sul sito della radio militare. Sullo sfondo l’ufficiale che ha ordinato quella demolizione ha spiegato che essa è dedicata ”alla memoria di tutte le vittime del 7 ottobre. Non dimenticheremo – ha aggiunto – e non perdoneremo”. Nelle settimane passate l’esercito ha distrutto a Gaza altri simboli di governo fra cui l’edificio del parlamento e la sede centrale della polizia.

Raid israeliano su Khan Younis: distrutto un edificio, due vittime

Unicef: al sud di Gaza cadono bombe ogni 10 minuti

Nel sud di Gaza, dalla ripresa delle operazioni militari di Israele, cadono bombe “ogni 10 minuti”. Lo afferma James Elder, portavoce dell’Unicef, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia, che ha descritto l’ospedale al-Nasser a Khan Younis come una “zona di guerra”. Lo riporta Bbc.

Al Jazeera: “L’Idf chiede su X di evacuare Khan Younis, ma i residenti non hanno internet”

L’esercito israeliano ha invitato i residenti di alcune aree nel centro di Khan Younis, nel sud di Gaza, ad evacuare più a sud. Lo riporta al Jazeera. Il messaggio, condiviso sull’account arabo dei militari su X, mostra una mappa con Gaza divisa in blocchi numerati, con alcune di queste sezioni evidenziate come zone da evacuare.

La mappa ha un codice QR che i civili dovrebbero scansionare per verificare se la loro casa cade in uno dei blocchi presi di mira. Ma non è chiaro – rileva l’emittente del Qatar – come i residenti di Gaza possano utilizzare un simile sistema. L’accesso a Internet è estremamente limitato nella Striscia dopo che più di un mese di raid aerei israeliani hanno distrutto le infrastrutture dell’enclave, con gli israeliani che hanno imposto un blackout delle comunicazioni.

Esercito israeliano: nella notte rilevati colpi di mortaio dal Libano

L’esercito israeliano ha riferito su Telegram che “durante la notte sono stati rilevati numerosi colpi di mortaio dal Libano verso postazioni dell’IDF nell’area di Shtula. Tre soldati israeliani sono rimasti leggermente feriti e sono stati evacuati per ricevere cure mediche. Le loro famiglie sono state avvisate. Altri colpi di mortaio sono partiti dal Libano verso una postazione dell’IDF nella zona di Yiftah. In risposta, l’artiglieria israeliana ha colpito le fonti del fuoco”.

Raid israeliano in Cisgiordania, uccisi due palestinesi

Due giovani palestinesi sono morti nell’operazione condotta dall’esercito israeliano a Qalqilya, in Cisgiordania. Lo riporta Wafa citando la locale Autorità generale per gli affari civili. Secondo Wafa le forze speciali israeliane Musta’ribeen avrebbero anche aperto il fuoco contro un veicolo, ferendo gravemente due giovani che avrebbero poi arrestato impedendo che ricevessero cure. Altri due giovani sono rimasti feriti durante l’operazione venendo poi ricoverati all’ospedale di Qalqilya. Le loro condizioni non sarebbero gravi.

Idf: colpiti 200 obiettivi di Hamas, distrutto un tunnel sotto una scuola

Le forze di difesa israeliane (Idf) affermano di aver effettuato attacchi durante la notte contro circa 200 obiettivi di Hamas a Gaza, mentre le forze di terra continuano ad operare nella Striscia. In una nota, l’Idf afferma che la sua Brigata Negev ha distrutto le “infrastrutture” di Hamas all’interno di una scuola a Beit Hanoun, nel nord di Gaza, che veniva utilizzata per attaccare le truppe. All’interno del complesso scolastico, le truppe hanno trovato due ingressi ai tunnel, di cui uno con trappole esplosive, e altre armi.

Le forze di terra hanno anche diretto attacchi aerei durante la notte, anche contro auto che trasportavano missili e mortai per agenti di Hamas, una postazione di lancio di missili anticarro, un gruppo di agenti di Hamas e un vicino deposito di armi. Secondo l’esercito, anche la marina israeliana ha effettuato attacchi durante la notte, prendendo di mira i posti di osservazione di Hamas e altre infrastrutture lungo la costa di Gaza.

Morto a Gaza un ostaggio 21enne rapito al rave nel deserto

È morto a Gaza Yonatan Samerano, 21 anni di Tel Aviv, preso in ostaggio da Hamas dopo essere stato ferito durante il massacro del festival Nova a Reim il 7 ottobre, la sua famiglia è stata informata, come riportano i media israeliani. Il giovane aveva cercato di fuggire raggiungendo il vicino kibbutz di Reim, dove un altro gruppo di terroristi lo aveva rapito.

Idf: ucciso comandante di Hamas

In un attacco aereo effettuato domenica da un jet da combattimento Israele ha “eliminato” Haitham Khuwajari, comandante del Battaglione “Shati” di Hamas, ritenuto responsabile delle incursioni in territorio israeliano nell’attacco del 7 ottobre. Lo ha dichiarato il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane, Daniel Hagari, in una conferenza stampa. Su X l’IDF ha precisato che il blitz è stato “guidato dall’intelligence dello Shin Bet e di Amman”.

Attacco esteso anche al Sud di Gaza

L’esercito israeliano (Idf) ha reso noto, ieri sera, di aver avviato l’attacco di terra nel sud di Gaza. Il capo dell’Idf promette una campagna “non meno potente” di quella già effettuata nella parte nord.

L’operazione è stata confermata dal portavoce Daniel Hagari, che ha sottolineato che l’esercito stava espandendo l’offensiva di terra a “tutte le aree della Striscia di Gaza”. L’emittente Al Jazeera ha confermato un intenso bombardamento a Khan Younis, nel sud di Gaza. Incursioni israeliane e continui colpi di artiglieria sono stati segnalati anche nei quartieri di Gaza di al-Shujaiya e al-Tuffah, più a nord vicino, a Gaza City.

Hamas: Israele ha ritirato il 70% dei soldati dal nord di Gaza

Secondo quanto affermano le Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio militare di Hamas, circa il 70% del contingente militare israeliano si è ritirato dalla parte nord della Striscia di Gaza. Lo riporta l’emittente araba Al Jazeera.

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