Primo segnale positivo da Zelensky alla sollecitazione della Casa Bianca a mostrarsi aperto a possibili negoziati tra l’Ucraina e la Russia

Ieri sono segnalate due notizie relative al conflitto avviato ormai oltre 8 mesi fa dalla Russia contro l’Ucraina sotto l’etichetta  di «Operazione speciale». Erano da segnalare perché avevano il sapore di una spinta perché si aprano delle trattative  per tentare di arrivare ad una soluzione che eviti l’allargamento delle ostilità ad altri paesi con il ricorso ad armi ancor più micidiali di quelle adoperate da entrambe le parti finora. Oggi, come vedremo più avanti, si è avuta un conferma di questa valutazione, come vedremo più avanti.

  Prima notizia: Il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, Sullivan, ha suggerito al presidente ucraino Zelensky (nella foto con Sullivan) di mostrarsi aperto a possibili negoziati con la Russia: farlo – è la convinzione dell’amministrazione americana – gli consentirebbe di aver maggior peso e poter fare più leva sulla controparte. Questa notizia è riportata  dal quotidiano Wall Street Journal che cita alcune fonti, secondo cui Sullivan avrebbe raccomandato a Zelensky di iniziare a pensare a “richieste realistiche e priorità per le trattative, inclusa una rivalutazione sulla Crimea”. (Di questa notizia – già diffusasi alcuni giorni fa – avevamo dato riferito su l’Altro quotidiano, cogliendone il possibile sbocco verso l’avvio di una trattativa, ma ora viene ribadita con maggiori particolari).

Seconda notizia: ll presidente russo Putin ha ordinato la smobilitazione degli studenti delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, precedentemente reclutati per il servizio militare, e di organizzare il loro ritorno al luogo di studio. Lo ha riferito il portavoce del Cremlino, Peskov (foto a lato)), citato dall’agenzia di stampa russa Interfax.

Ebbene l’agenzia russa ricorda che gli studenti di queste autoproclamate repubbliche sono stati mobilitati prima dell’annessione del Donetsk e Lugansk alla Russia, avallata con un referendum farsa. Ora questi studenti, secondo Peskov, saranno rimandati a casa e continueranno i loro studi presumibilmente in Ucraina.

E’ sperabile – scrivevamo ieri – che si possano ora delineare al più presto e concretamente i segnali, che noi auspichiamo, di una possibile trattativa di pace. Ed ecco che questo auspicio prende ulteriore consistenza: come informa l’Ansa, il presidente ucraino Zelensky  ha definito (durante la sua visita Kherson) il ritiro russo da questa città come “l’inizio della fine della guerra,  Lo riferisce l’Ap sul proprio sito web. Il capo di Stato ha trascorso trenta minuti in visita nel capoluogo. “Stiamo andando avanti”, ha detto Zelensky, citato da Reuters sul suo portale web, rivolgendosi alle truppe davanti all’edificio dell’amministrazione nella piazza principale. Siamo pronti per la pace, la pace per tutto il nostro Paese“.

L’Ucraina ha pagato “un alto prezzo” per riprendersi Kherson, ha detto Zelensky.  “E’ impossibile uccidere l’Ucraina”, ha aggiunto il presidente ucraino. Questa mattina ha pubblicato su Telegram alcune foto della sua visita, accompagnate dal semplice messaggio ‘Kherson-Ucraina’, in inglese e in ucraino. Secondo un video pubblicato su Twitter dal capo di stato maggiore della presidenza ucraina, Andriï Yermak, Zelensky ha cantato, con la mano sul cuore, davanti ai soldati e agli abitanti della città, mentre veniva issata la bandiera blu e gialla davanti all’edificio dell’amministrazione regionale.

Un po’ diverso però il tono usato dal portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, citato da Ukrinform“; «La Russiaha affermatonon è nella posizione di dettare le sue condizioni per avviare negoziati per la fine della guerraLa formula di pace dell’Ucraina rimane invariata: fine immediata della guerra, ritiro di tutte le truppe russe, ripristino dell’integrità territoriale ucraina, risarcimento dei danni inflitti e garanzie effettive di non ripetizione dell’aggressione. In condizioni diverse il raggiungimento di una pace sostenibile sarà impossibile”.

E diverse anche le parole del  vice ministro degli Esteri ed ex ambasciatore russo presso la Nato, Alexander Grushko, citato dall’agenzia Interfax: «La Russia considera “inaccettabile” la condizione dell’Ucraina che le truppe di Mosca si ritirino dal Paese per avviare negoziati».

 

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