di SERGIO SIMEONE – Tutti quelli che hanno passato gli “anta” ricorderanno l’esilarante gag di Totò, ospite di una trasmissione televisiva condotta da Mina, nella quale il famoso comico raccontava le bastonate ricevute da uno sconosciuto, il quale ad ogni colpo che assestava diceva “ ti devo spaccare la testa, Pasquale”. Totò, nel raccontare l’episodio, si scompisciava dalle risate (per usare una sua espressione) . Alla spalla, l’ottimo Castelli, che gli chiedeva cosa mai ci fosse da ridere nel prendere tutte quelle mazzate, lui rispondeva piccato “ E che me ne frega, io mica mi chiamo Pasquale!”
Questa gag mi torna in mente ogni qualvolta avvenimenti che incidono pesantemente sulla vita quotidiana di tutti i cittadini vengono ritenuti da questi del tutto ininfluenti per la qualità della vita della della gente comune. Il caso classico è quello dello spread. «Lo spread è una cosa che avviene nei mercati finanziari, dove operano finanzieri e speculatori – pensa l’uomo della strada – ma io non sono né finanziere né speculatore. Ed allora che cosa me ne frega dello spread?» E così (complice anche l’abuso dell’inglese che ha sostituito il latinorum come strumento per tenere il popolo nell’ignoranza) molti non hanno capito che quando aumenta lo spread lo Stato italiano deve spendere una barca di soldi in più per finanziare il suo colossale debito, e che se i soldi pubblici se ne vanno per pagare gli interessi per BOT e CCT non ce ne saranno abbastanza per far funzionare scuole ed ospedali, per asfaltare le strade e pagare le pensioni.
Ora è il turno delle nomine. Ma perché, si chiede la gente comune, tutto questo interesse dei media sui nomi che propongono i partiti al governo e le lotte feroci che le accompagnano? Ma che importa a noi, ad esempio, sapere chi occuperà la poltrona di presidente della Cassa Depositi e Prestiti? Se la gente sapesse che la Cassa depositi e prestiti gestisce i risparmi che gli italiani hanno affidato alle Poste e sapesse anche che il governo giallo-verde è alla disperata ricerca di soldi per finanziare le promesse fatte in campagna elettorale, comincerebbe ad avere un po’ di paura nel vedere con quale accanimento questa carica viene contesa e diventerebbe un po’ più vigile anche su queste vicende.
Avremo un presidente della Cdp serio e competente, capace di dire anche dei no per difendere i risparmi degli italiani? Questo si deve ciascuno di noi, a prescindere…dal nome che porta.
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