Sale di ora in ora il bilancio delle vittime del violentissimo terremoto che ieri ha colpito il Kurcdistan nella zona di confine tra Iraq e Iran. Finora si contano 339 morti e oltre 2.530 feriti. Nella Repubblica islamica il maggior numero di vittime, 328, mentre nel Kurdistan iracheno, dove è stato registrato l’epicentro del sisma 7.2, il bilancio è salito a 11 morti e 321 feriti. La cittadina più colpita è quella di Sarpol-e Zahab. Nella provincia iraniana di Kermanshah sono stati indetti tre giorni di lutto.
Le autorità hanno disposto la chiusura di scuole e università nella provincia di Kermanshah, dove invece sono chiamati a presentarsi al lavoro tutti i dipendenti governativi.
“L’obiettivo dei responsabili ora è quello di accelerare gli aiuti e di soccorrere le persone rimaste intrappolate sotto le macerie”. Così la Guida suprema iraniana Seyyed Ali Khamenei, citato dall’Irna, in un messaggio al Paese. L’ayatollah ha chiesto a Esercito e Pasdaran di intervenire nelle aree colpite dal sisma. Il ministro dell’Interno, Abdolreza Rahmani Fazli, ha riferito che sono stati allestiti ospedali da campo e di temere per le aree rurali “dove si prevedono altre vittime”.
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