Oplà! Italiani pronti a saltare sul carro del vincitore. Il più veloce? Ovvio: Matteo Renzi. Le reazioni nel mondo dalla Russia al Messico

In queste ore “il mondo saluta l’elezione di Trump. A nome dell’Italia mi congratulo con lui e gli auguro buon lavoro convinto che l’amicizia resti forte e solida”. Con la velocità che gli è consueta, il primo in Italia a correre verso il carro del vincitore è stato il capo del nostro governo, Matteo Renzi, che era stato sveltissimo nel mandare un messaggio di auguri a Hillary Clinton e ad incassare i complimenti di Obama per la riforma costituzionale con annesso Sì al referendum.  Renzi non si è limitato agli auguri di prammatica, e ha poi aggiunto: “Questo è il punto di partenza per tutta la comunità internazionale anche al netto di certe diffidenze da campagna elettorale. E’ un fatto politico nuovo che assieme ad altri dimostrano come siamo in una stagione nuova”.

Ma, non contento, ha cercato di cogliere l’occasione per un’altra delle sue sparate propagandistiche contro l’Unione europea: “Chi l’avrebbe detto che Trump avrebbe vinto? Eppure è così e noi abbiamo rispetto, collaboreremo con la nuova presidenza Usa e al rapporto tra Usa e Ue. A maggior ragione dopo oggi va affrontato il rapporto tra Ue e Italia, l’Italia deve essere leader nella discussione Ue, basta con ce lo chiede l’Ue. Bisogna scegliere se governare il cambiamento o seguirlo soltanto”.

Renzi è subito accodato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni: “L’Italia continuerà con l’amicizia e la collaborazione con gli Usa, queste cose non cambiano, così come non cambia la nostra contrarietà al protezionismo e alle chiusure”.

E di rincalzo il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio: “L’America è una grande democrazia, ha scelto Trump a cui facciamo gli auguri di buon lavoro. Confermiamo la nostra amicizia al popolo americano, convinti che bisogna lavorare insieme per la pace e la stabilità del mondo”.

Poteva macare il ministro dell’Interno Angelino Alfano? Eccolo: “Il popolo americano ha scelto, ha scelto liberamente. Viva gli Stati Uniti d’America. L’ho detto prima, quindi lo ripeto adesso, che chiunque avesse vinto, l’Italia sarebbe rimasta amica degli Stati Uniti e viceversa. Il destino di libertà e democrazia dell’Italia e degli Stati Uniti d’America è sempre stato un destino comune che ha unito le due sponde dell’oceano, quasi che l’oceano stesso non ci fosse”. Trump, dopo queste parole, è andato a letto tranquillo e soddisfatto.

Persino la presidente della Camera, Laura Boldrini,  se ne compiace, appena sfiorata dal rammarico perché gli Usa hanno mancato l’occasione di eleggere per la prima volta nella storia una presidente donna. Su twitter si esprime così: “#Trump. Oggi pensavo di commentare un altro risultato. Grande sorpresa ma anche rispetto per la scelta degli elettori #Usa. Profondo rispetto per voto #USElection2016. Nel suo primo discorso Trump non sembrava lui: moderato, inclusivo, pacato”. Vero.

Anche lui su Twitter, il presidente Pd della Commissione bilancio, Francesco Boccia, è tranquillo: “Niente paura. È la democrazia USA. Buon lavoro Presidente Trump. Noi pensiamo a far bene in Italia e in Europa”. Trump si sente rassicurato. Avrà solo chiesto: Boccia chi?

L’unico a non rassegnarsi del tutto è Giorgio Napolitano. L’ex presidente della Repubblica commenta su Radio anch’io: “Le preoccupazioni rimangono e resta l’imperativo della riflessione su questo risultato. Le prime parole del nuovo leader Usa sembrano indicare una consapevolezza delle responsabilità che ricadono sulle sue spalle. C’è da augurarsi che questa consapevolezza sia effettiva e che queste parole siano seguite dai fatti”.

A destra alcuni avvertono che sul carro del vincitore loro c’erano già: “Ci credevamo in pochi! Gli Americani hanno scelto #Trump. E il #4dicembre tocca a noi…! il #ventostacambiando!!!”. Scrive su Twitter il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.

E Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera, comprensibilmente esulta: “Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, da oggi è politicamente finito, è un dead man walking (un morto che cammina). Ci ha isolato in Europa contando sull’appoggio forte della presidenza Usa di Obama, che ora non avrà più, e in maniera grave e irrituale ha schierato, sbagliando totalmente strategia, l’Italia al fianco della Clinton, creando un danno grave di credibilità e di immagine per le istituzioni del nostro Paese”. Come dargli torto?

Passa all’incasso, ovviamente, il segretario della Lega, Matteo Salvini (che aveva fatto il tifoso per Trump andandoglielo a dire personalmente): “La vittoria di Donald Trump – ha affermato parlando da Radio Padania – è una botta alla globalizzazione ed è la rivincita del popolo, del coraggio, dell’orgoglio, dei temi del lavoro e della sicurezza, alla faccia dei banchieri, degli speculatori, dei cantanti, dei giornalisti e dei sondaggisti. Il popolo batte i poteri forti 3 a 0″.

Ed esulta a modo suo, dal versante opposto, Beppe Grillo sul suo blog: “Pazzesco. Questa è la deflagrazione di un’epoca. È l’apocalisse dell’informazione, della tv, dei grandi giornali, degli intellettuali, dei giornalisti. Questo è un VAFFANCULO generale. Trump ha fatto un VDay pazzesco. Il mondo è già cambiato. E bisogna interpretare questi segnali. E quelli che lavorano e prendono i soldi per interpretare questi segnali sono morti”.

Chiudiamo la rassegna con il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano: “Prendiamo nota con rispetto della scelta espressa dal popolo americano, che mi dicono anche essere stata caratterizzata da una forte affluenza alle urne. E poi facciamo gli auguri al nuovo presidente, perché il suo servizio possa essere fruttuoso e assicuro anche la nostra preghiera che lo illumini e lo sostenga nel servizio della sua patria ma anche nel servizio del benessere e della pace nel mondo: c’è bisogno di lavorare tutti per cambiare la situazione mondiale che è di grande lacerazione”.

LE REAZIONI NEL MONDO.

Ma vediamo quali sono state le reazioni nel mondo alla elezione di Trump come 45° presidente degli Stati Uniti. La più importante è indubbiamente quella della Russia di Valdimir Putin. 

“Abbiamo sentito le dichiarazioni elettorali dell’allora candidato alla Casa Bianca Donald Trump mirate a ripristinare i rapporti fra la Russia e gli Usa. Noi capiamo e ci rendiamo conto che sarà un percorso difficile dato il deterioramento in cui si trovano le nostre relazioni. La Russia è pronta però a fare la sua parte e desidera ricostruire i rapporti a pieno titolo con gli Usa”.  Putin si è “congratulato” con Donald Trump per la vittoria e si augura che i “rapporti russo-americani possano uscire dalla crisi”. Il presidente russo – che ha inviato un telegramma al nuovo presidente Usa – si dice “sicuro” che il dialogo fra Mosca e Washington, basati sul rispetto reciproco, rispondano “agli interessi dei due paesi”.

Il presidente delle Commissione Affari Esteri del Senato Konstantin Kosachev è più esplicito: “Si concretizza una piccola speranza per migliore i rapporti russo-americani, anche se Trump sarà frenato dal Congresso a trazione repubblicana”.  “Ma – aggiunge – meglio rispetto alla disperante prospettiva di un’America guidata dalla Clinton”.

CINA. Il presidente cinese Xi Jinping ha inviato un messaggio di congratulazioni al neo presidente Usa Donald Trump affermando di voler lavorare con lui nel rispetto del “win-win principle”, vale a dire di una collaborazione vantaggiosa per entrambe le parti.

ONU. “Mi congratulo con Donald Trump per la sua elezione come 45esimo presidente degli Stati Uniti, al termine di una campagna spesso divisiva. L’unità nella diversità è uno dei maggiori punti di forza di questo Paese e incoraggio tutti gli americani a rimanere fedeli a questo spirito”: così il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon.

NATO. “La Nato è importante per la sicurezza collettiva in Europa, ma lo è anche per quella degli Stati Uniti” perché “l’unica volta che è stato invocato l’art.5” per la difesa collettiva l’Alleanza “è stato dopo l’attacco agli Usa” del 9/11 con l’intervento in Afghanistan. Lo ha detto il segretario generale Jens Stoltenberg.

EUROPA. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e quello della Commissione Jean Claude Juncker si sono congratulati con Donald Trump in una lettera congiunta. “Oggi – scrivono – è più importante che mai rafforzare le relazioni transatlantiche. Non dovremmo risparmiare alcuno sforzo per assicurare che i legami tra noi restino forti e duraturi”. Nella missiva, Tusk e Juncker hanno anche invitato Trump a visitare l’Europa per un summit Ue-Usa appena possibile.

Poi sempre Tusk: “Questa mattina ci siamo congratulati con il presidente eletto Donald Trump ma, nonostante sia una scelta democratica dei cittadini americani, siamo consapevoli delle nuove sfide che porta”, di cui la prima è “l’incertezza delle nostre relazioni transatlantiche”. Tusk ha quindi rivolto un “appello”, dopo quello all’unità Usa da parte di Trump, “all’unità Ue e transatlantica”, ricordando le “origini comuni” dovute agli immigrati europei in Usa e l’aiuto Usa per costruire l’Ue.

Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha affermato che con Donald Trump presidente Usa “sicuramente la relazione transatlantica diventerà più difficile”. Schulz, intervistato dal primo canale pubblico tedesco Ard, ha fatto un parallelo con “le grandi paure” suscitate da Ronald Reagan e ha premesso che “il sistema degli Stati Uniti è forte abbastanza per reggere un presidente Donald Trump e integrarlo”. Dopo l’ufficialità nel congratularsi con Donald Trump, il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ha espresso la “speranza che rispetterà i diritti e le regole fondamentali”. Questo è un momento difficile nelle relazioni Usa-Ue – ha ribadito – ma Trump merita pieno rispetto”. “Le campagne elettorali sono cosa diversa dalla politica – ha aggiunto – spero che ora ci sia un ritorno alla razionalità e che Trump si attenga alla costituzione americana”. “Noi – ha concluso – siamo pronti a collaborare”.

FRANCIA. “Questa elezione americana apre un periodo di incertezza. Va affrontata con lucidità e chiarezza”: lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande. Bisogna essere “vigili e sinceri” con il partner Usa, ha precisato Hollande, congratulandosi “com’è naturale che sia” con il candidato repubblicano.

“Quello che è successo questa notte non è la fine del mondo, è la fine di un mondo”, ha detto la leader del Front National, Marine Le Pen. “La sua elezione è una buona notizia per il nostro Paese. I suoi impegni saranno benefici per la Francia”, ha continuato. E ancora, per Le Pen, quello di oggi “è il ritorno dei popoli liberi” e di “un’immensa sete di libertà”.

GERMANIA. Germania e gli Usa sono legati da “valori” comuni e la Germania offre a Donald Trump una “stretta collaborazione”, ha detto a Berlino la cancelliera Angela Merkel congratulandosi per la sua elezione.

MESSICO. Fuori dal coro l’ex presidente messicano Vicente Fox. “Ovviamente il Messico non pagherà per il suo maledetto muro”, ricordando che Trump ha fatto della costruzione di un muro sulla frontiera fra gli Usa e il suo vicino meridionale un leitmotiv della sua campagna elettorale. Fox, uno dei leader del Partito di Azione Nazionale (Pan, opposizione di destra), ha detto che Trump è “un uomo d’affari mediocre” che “non capisce la differenza fra condurre un’impresa e governare un paese come gli Stati Uniti”. “Se gli venisse veramente in mente di costruire il suo muro, scoprirà che noi messicani siamo come i nostri peperoncini: piccoli, ma piccanti”, ha sottolineato l’ex presidente.

ISRAELE. Donald Trump “è un amico sincero dello stato di Israele. Agiremo insieme per portare avanti la sicurezza, la stabilità e la pace nella nostra regione”, ha detto il premier Benyamin Netanyahu, che si è felicitato con il presidente eletto. “Il forte legame tra Usa e Israele – ha aggiunto – si basa su valori, interessi e destino comuni. Sono sicuro che Trump ed io – ha concluso – continueremo a rafforzare l’alleanza speciale tra i due paesi e la eleveremo a nuove vette”.

EGITTO. Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi si è congratulato con Donald Trump per la vittoria alle elezioni presidenziali americane. Sisi ha “augurato a Trump successo nel suo lavoro e ha auspicato una nuova era nei rapporti tra i due Paesi con un rafforzamento delle relazioni di cooperazione a tutti i livelli tra l’Egitto e gli Stati Uniti” ma anche della “pace e della stabilità nella regione mediorientale alla luce delle grandi sfide che sta affrontando”.

TURCHIA. “Il popolo americano ha fatto la sua scelta e con questa scelta negli Stati Uniti inizia una nuova stagione. Auguro un futuro felice agli Stati Uniti, interpretando favorevolmente la scelta del popolo americano”. Così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.  Il premier di Ankara, Binali Yildirim, coglie l’occasione per  rivolgere a Trump “l’invito a decidere l’estradizione urgente di Fethullah Gulen, indicato da Erdogan come la mente, l’esecutore e l’autore del tentativo di colpo di stato del 15 luglio” in Turchia,  sollecitando la consegna di Gulen alle autorità turche, che, sostiene,  “potrebbe rappresentare un “nuovo inizio” nelle relazioni tra i due Paesi”.

COREA DEL SUD. La presidente sudcoreana Park Geun-hye ha sollecitato un rapido avvio della cooperazione con la nuova amministrazione Usa rimarcando la necessità di lavorare a stretto contatto di fronte alla crescente minaccia nucleare e sui missili della Corea del Nord. Nella riunione del Consiglio sulla sicurezza nazionale, Park ha sollecitato tutto il governo a “fare il massimo” per assicurare che sotto l’amministrazione Trump Seul e Washington lavorino insieme in modo “deciso” perché Pyongyang rinunci ai suoi piani attraverso “pesanti sanzioni”.

GRAN BRETAGNA. Gran Bretagna e Stati Uniti rimarranno “partner stretti e vicini”. Lo ha detto la premier britannica Theresa May congratulandosi con Donald Trump per l’elezione alla presidenza degli Usa. May si augura di parlare della “relazione speciale” fra i due Paesi “nella prima occasione possibile”.

IRAN. “Il risultato delle elezioni negli Stati Uniti non ha alcun effetto sulle politiche della Repubblica islamica dell’Iran”. Lo ha detto il presidente iraniano, Hassan Rohani, nel corso di una riunione di gabinetto riportata nel sito ufficiale della presidenza. Per Rohani, “il risultato dell’elezione indica instabilità all’interno degli Usa e sarà necessario un lungo tempo per la rimozione di questi problemi e differenze interni”.

SERBIA. “Che magnifica notizia. La democrazia e’ ancora viva”. Cosi’ il premier conservatore ungherese Viktor Orban ha commentato la vittoria di Donald Trump nelle presidenziali Usa, con un messaggio su Facebook riferito dai media serbi.

 

 

 

 

 

 

 

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