di STEFANO CLERICI – Sarà pure giuridicamente ineccepibile, ma sfidiamo ogni persona di buonsenso a non avere il sospetto che. così come posto sulla scheda elettorale, il quesito referendario è una vera e propria furbata. E, come se non bastasse, è partita una campagna pubblicitaria a favore del Sì, con tanto di manifesti e scritte sui mezzi pubblici, ancor più, diciamo così, semplificativi, ammiccanti e fuorvianti. Ad esempio: “Volete diminuire il numero dei politici? Basta un SI”. Ditemi voi, di fronte a una domanda del genere chi, con i tempi che corrono, potrebbe affermare il contrario.
Come si dice: à la guerre comme à la guerre. Ma, se guerra deve essere (e pare proprio che sia guerra, senza esclusione di colpi), allora non si capisce come mai i fautori del No non abbiano ancora capito che forse è il momento di combattere con le stesse armi e, perché no?, anche con le stesse astuzie e stategie “militari”.
Abbiamo già visto, ad esempio, nel confronto Renzi-Zagrebelsky da Enrico Mentana, come non si può affrontare con il fioretto chi usa ascia e sciabola. Fior di galantuomini, di professori, di studiosi del diritto, hanno voglia a citare storia e giurisprudenza, a intestardirsi nel sollecitare il cervello umano, quando dall’altra parte c’è chi parla alla pancia del popolo che, da che mondo è mondo, è quasi sempre stata più sensibile.
E allora, ci aspettiamo una controffensiva massiccia sul fronte della comunicazione, semplice ed efficace, con manifesti e messaggi del tipo: “Volete non decidere più niente e far decidere tutto a un uomo solo? Basta un NO”. Oppure: “Volete che sindaci e consiglieri regionali sotto inchiesta diventino senatori e se la cavino grazie all’immunità parlamentare? Basta un NO”.
Se si seguono le regole della cavalleria si rischia di far la fine di Don Chisciotte contro i mulini a vento.
Commenta per primo