Per poter dare una valutazione dello strappo istituzionale che in queste ore lacera l’Italia, avvenuto, per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, tra il capo dello Stato, da una parte e, dall’altra, i due partiti (M5s e Lega) che, disponendo della maggioranza parlamentare assegnata loro dal voto popolare, si erano assunti il compito di indicargli la persona (il professor Giuseppe Conte) in grado di ricevere da Mattarella l’incarico di formare il governo, vi proponiamo questo articolo pubblicato oggi dal professore Paolo Flores d’Arcais (foto) su Micromega.net
«L’articolo 92 della Costituzione – afferma l’autore – garantisce al Presidente della Repubblica la possibilità di rifiutare la nomina di un ministro proposto dal Presidente del Consiglio incaricato. Ma il margine di discrezionalità di cui può avvalersi il Presidente della Repubblica è stabilito con precisione dagli articoli 54 e 95.
Quest’ultimo stabilisce che chiunque sia nominato ad una carica pubblica deve adempiere il suo mandato con disciplina ed onore. Il Presidente della Repubblica può perciò obiettare alla nomina di un ministro che gli sia stata proposta dal Presidente incaricato se rileva nei comportamenti passati del candidato qualcosa che confligge con l’onorabilità. Nessun rilievo del genere è stato avanzato dal Presidente della Repubblica nei confronti del professor Savona.
Quanto alla disciplina, il titolare della unità dell’indirizzo politico del Governo è solo il Presidente del Consiglio come inderogabilmente stabilito dall’articolo 54. Esula perciò dai poteri del Presidente della Repubblica sindacare sulle opinioni politiche dei candidati ai singoli ministeri. Nel caso del professor Savona il presidente Mattarella ha invece fatto esplicito riferimento alle opinioni di Savona riguardanti la possibilità di fuoriuscita dall’euro.
Senza entrare nel merito di dettagli non secondari per cui la fuoriuscita dall’euro viene ventilata dal professor Savona quale piano B per le trattative da svolgere con le istituzioni europee il cui obiettivo primario resta quello di modificare, restando nell’euro, le regole valide per tutti i paesi membri, sembra evidente che una eventuale scelta di uscire dall’euro attenga alle scelte politiche di governo e non sia in conflitto con la Costituzione, che ha bensì recepito l’obbligo di pareggio di bilancio ma solo nell’ambito dell’adesione all’euro, adesione che non può configurarsi fur ewig (ndr.: per l’eternità), poiché la sovranità di cui all’articolo 1 ne risulterebbe minata. Ogni ragionamento e discussione sul conflitto istituzionale che si è aperto deve perciò per onestà intellettuale assumere questi dati».
In buona sostanza, da quanto argomentato dal professor Flores d’Arcais si evince che il veto posto (e… fino al giorno prima smentito o fatto sentire ufficiosamente da Mattarella!) alla nomina del professor Savona a ministro dell’Economia, non rientrava nei poteri del presidente della Repubblica. Da qui potrebbe trarre fondamento la richiesta di impeachment prospettata ieri da M5s e Fd’I.(e. s.)
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