di ENNIO SIMEONE – «Sciòri e sciòre, il prezzo di questo oggetto è di 1000 lire; ma io oggi sono in vena di generosità: non ve lo dò per 800, non ve lo dò per 600, ve lo dò solo per 500 lire e – mi voglio rovinare! – in più, a chi se lo compra, regalo anche tre pettini e una sciarpa!».
Peccato, non se ne vedono più tanti di quegli imbonitori che una volta, ai tempi della lira, prima che le “grandi offerte” imperversassero in euro sul web o ti bombardassero dai call center, ti incantavano nei mercati di paese per piazzare la loro mercanzia.
Ma c’è chi oggi ha deciso di rinverdire la tradizione, riproponendone la tecnica, su tutt’altro piano, nelle piazze della politica. È l’effervescente capo del governo italiano e del Partito democratico. Il quale l’altro giorno si è esibito alla festa dell’Unità di Bosco Albergati, celebre perché da quel borgo di Castelfranco Emilia (Modena) prese le mosse, tre anni fa, la sua marcia trionfale verso la conquista della carica di segretario del Pd, iniziata con l’impegno Perluigi, ti aiuterò a vincere, proseguita con l’ingiunzione Bersani, dimettiti, conclusasi con l’ingresso a Palazzo Chigi dopo la promessa Enrico stai sereno, garantita da Giorgio Napolitano.
Il suddetto autorevole ed inflessibile uomo politico – che aveva presentato il referendum su quell’obbrobrio di riforma costituzionale come l’ultimo prezzo della sua mercanzia, personalizzandolo al punto da annunciare “Se perdo e vince il NO lascio la politica” (cui aveva fatto fedelmente eco Maria Elena Boschi “Lascio la politica se vince il NO”) – ha deciso di cambiare tecnica di vendita dopo aver visto come gli sono andate le elezioni amministrative di giugno.
Prima ha accusato gli altri di aver personalizzato il referendum, poi ha detto che questa non è la sua riforma né la riforma del governo ma è “la riforma degli italiani”; vista la reazione tiepida degli italiani, ha abbassato ancora il prezzo ammettendo: “Ho sbagliato a personalizzare il referendum”. E alla fine – mi voglio rovinare! – vi dico: “sciòri e sciòre, questa è la riforma di Napolitano”. Re Giorgio offerto in regalo, come i tre pettini e la sciarpa dell’imbonitore di paese. Ben gli sta!
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