di SERGIO SIMEONE – Si avvicinano le elezioni ed i partiti, dopo aver definito gli schieramenti, si accingono a lavorare ai programmi. E sempre più folta diventa la schiera di coloro che dichiarano che le ideologie sono morte e che i loro programmi e i loro ministri, pertanto, non saranno né di destra né di sinistra. Questa tendenza ha un modello di riferimento illustre, Macron , che è diventato addirittura Presidente della Repubblica francese.
Ma andiamo con ordine.
Come è nata la parola ideologia?
Alla critica che Marx muoveva al sistema economico capitalista, auspicando un suo superamento, gli economisti classici obiettavano che l’economia di mercato su cui si fonda il capitalismo non è superabile, perché non si possono violare le “leggi dell’economia”. Marx replicava che quegli economisti commettevano un grosso errore: consideravano le leggi dell’economia alla stregua di leggi naturali (e perciò immutabili). Esse erano invece leggi proprie di un sistema economico-sociale storicamente dato. Quel sistema, quindi, così come era nato poteva essere superato da un altro sistema, quello socialista che si sarebbe retto su leggi economiche diverse. La teoria degli economisti classici era pertanto ideologia, una sovrastruttura culturale, cioè, costruita appositamente per conservare lo status quo. Da ciò nasceva l’esigenza di dar vita ad una nuova ideologia, che fosse invece funzionale al nuovo sistema economico-sociale, quello socialista. Dopo di allora ogni movimento o partito politico ha ritenuto indispensabile dotarsi di una sua ideologia.
Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989 ed il crollo dell’URSS, è divenuta opinione comune che le ideologie sono morte e la scena politica era stata liberata dalla loro presenza E’ a questo punto (in base al principio che natura horret vacuum) che è comparsa sulla scena la tecnocrazia. I tecnocrati infatti dicono (scusate la semplificazione) che ogni campo dell’attività umana è un insieme di problemi da risolvere per funzionare al meglio. Per fortuna, per ogni campo ci sono degli esperti, che, usando gli strumenti della scienza e della tecnica, sono capaci di trovare la soluzione giusta. Anche per il governo di una società? Sì,anche per il governo di una società. Così la scienza e la tecnica, dopo avere spazzato via le ideologie, dovrebbero soppiantare la stessa politica.
E’ possibile, e soprattutto augurabile un simile esito? Credo proprio di no. La politica trova la sua sostanza nell’indicare fini e valori, e questa rimane anche dopo la morte delle ideologie. La scienza può indicare solo i mezzi per raggiungere quei fini. Perciò sulle scelte politiche si vota, sulla scienza no.
Ma allora come nasce questa pretesa della tecnocrazia? Io un sospetto ce l’ho: il capitale finanziario va accrescendo il suo potere mentre aumentano gli squilibri nella distribuzione delle ricchezze tra i popoli e all’interno di ogni Paese. Il lavoro diventa sempre più precario e sottopagato. Il welfare state subisce colpi sempre più duri. Il capitale finanziario ha urgente bisogno di una sua ideologia , che giustifichi il nuovo equilibrio e l’ha trovata: si chiama tecnocrazia.
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