di NUCCIO FAVA *- Mi trovo vicino a Venezia a festeggiare due amici che compiono 50 anni di matrimonio. La festa è stata una bellissima sorpresa organizzata dai due figli : lei professoressa di storia moderna negli Usa, lui apprezzato ingegnere a Berlino, dove si progetta da tempo l’auto senza guida e senza inquinamento. Mi hanno presentato una compagna di scuola dei festeggiati espulsa alle elementari di Venezia perché ebrea. Raccontava con emozione del senso di vergogna e di colpa che aveva provato da ragazzina e l’emozione per l’emigrazione forzata negli Usa, anche se accolta bene da compagni e professori a N.Y., si era sempre portata una invincibile nostalgia di Venezia.
Mi ha involontariamente riportato ai temi dell’attualità Italiana, a certi episodi di intolleranza e di bullismo presenti anche nelle scuole Usa aggravati dall’uso diffuso delle armi. Mi chiedeva poi della situazione italiana interessata dalla copertina di Time dedicata al faccione di Salvini. Tentavo risposte non semplici, anche perché i media Usa non si occupano in genere dell’Italia. Non sapeva della visita di Giuseppe Conte alla Casa Bianca mentre aveva seguito quella di Renzi che – dice – aveva fatto una buona impressione. Ora c’è un governo nuovo con nuovi ministri che faticano ad andare d’accordo. La tragedia del ponte di Genova ha molto colpito gli americani: si chiedono in tanti come sia stato possibile e come si intende provvedere.
Domande ben presenti nell’opinione pubblica italiana senza che sia ancora chiaro chi è come debba intervenire. Per le gravi responsabilità del disastro procede la magistratura, mentre governo e forze di maggioranza non riescono ancora a trovare l’intesa sul commissario per la ricostruzione e chi debba realizzarla e in quanto tempo. Purtroppo restano forti diversità di vedute, altre difficoltà non piccole nei rapporti tra le autorità locali e il governo. Purtroppo il grave e urgente problema di Genova e i ritardi nell’affrontarlo coincide ormai con l’urgenza delle scelte di politica economica che attendono il governo. E in materia alcune posizioni di Salvini e Di Maio risultano allo stato faticosamente componibili. Né il presidente Conte, né il saggio ministro dell’Economia, Tria, sembrano in grado per ora di compiere una accettabile mediazione che non faccia saltare il banco. Lo stallo pericoloso è a questo punto . Mentre è evidente che ciascuno degli “opposti alleati” si preoccupa del gradimento presso il proprio elettorato di riferimento.
*Nuccio Fava è stato direttore del Tg1, del Tg3, e delle Tribune politiche della Rai
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