di GIOVANNI PEREZ – Mamme di Taranto, abbiate coraggio e uscite allo scoperto con l’Ilva di Taranto chiedendo l’immediata applicazione di tutti i sistemi di sicurezza per la salute dei dipendenti e della popolazione, o, in mancanza, esigete la chiusura del complesso industriale!
Dato per scontato che è senz’altro vero che l’Ilva di Taranto dà lavoro a 20mila famiglie, è però altrettanto vero che, come contropartita, semina la morte tra i bambini di quella città e i tra lavoratori di quella fabbrica se non si adottano tutte le misure a protezione dell’ambiente e della salute.
Purtroppo Gentiloni sta ricorrendo anche lui allo spauracchio della perdita di 20mila posti di lavoro contrapponendolo alla preoccupazione della popolazione e degli stessi lavoratori dell’Ilva per la propria salute, e alla resistenza del presidente della Regione e del sindaco di Taranto, che chiedono di adottare immediatamente le misure indispensabili per ridurre drasticamente le emissione mortali e le polveri, altrettanto micidiali, che si levano quando soffia il vento, dai grandi depositi a cielo aperto dei residui delle lavorazioni.
Care madri dei bambini che vivono in quella zona, e spose dei mariti lavoratori dell’Ilva, non so se vi rendete pienamente conto che – se non si provvede come chiedono il sindaco della città e il presidente della Regione – alcune di voi rischiano di dover partecipare, in futuro, ai funerali di un loro bambino o di un proprio parente stroncato dalle emissioni dell’Ilva e questo tragico futuro per assecondare il disegno politico dell’attuale e del precedente capo del governo, ambedue apparentemente tesi a dimostrare che in Italia l’occupazione è in crescita.
Questo è un prezzo, o anche solo un rischio, che a chi intende acquistare l’Ilva di Taranto interessa relativamente. Per loro stessa vocazione, non si sentono impegnati in opere benefiche, ma, in limiti accettabili, finalizzate a far guadagnare gli investitoti di capitali nelle aziende che gestiscono.
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