ORA DI PUNTA/ Mattarella di fronte all’ingorgo “a croce uncinata” (come il dottor Cazzaniga di “Così parlò Bellavista”)

di SERGIO SIMEONE – Nel film di Luciano De Crescenzo “Così parlò Bellavista” il dottor Cazzaniga, manager milanese, si trova intrappolato a bordo di un taxi a Napoli in un gigantesco ingorgo che ha paralizzato completamente il traffico. Il tassista gli spiega che non c’è niente da fare perché si è creato un ingorgo a croce uncinata. Tanto che spegne il motore, lascia la macchina nel traffico ed invita il passeggero a prendere un caffè al bar dove trovano anche il vigile urbano addetto a regolare il traffico dell’incrocio che sta prendendo pure lui un caffè, perché tanto, confida rassegnato all’allibito milanese, con gli ingorghi a croce uncinata non c’è niente da fare.

Ecco, avrà pensato il povero Mattarella dopo il primo giro di consultazioni davanti alla serie di veti incrociati che gli si è parata davanti, si è creato un ingorgo a croce uncinata. Forse è meglio che mi vada a prendere un caffè. Ed ha sospeso gli incontri per una settimana sperando che un qualche Deus ex machina nel frattempo gli risolva i problemi.

Ma tra i vari veti, che hanno portato alla paralisi, quello più grosso, e certamente il più paralizzante, è quello che Di Maio ha posto nei confronti di Berlusconi. Come uscirne? A volte ciò che cerchiamo lo abbiamo davanti agli occhi e non lo vediamo. A me, ad esempio, capita spesso di essere alla disperata ricerca dei miei occhiali. Quando dopo diversi tentativi decido di chiedere soccorso a mia moglie, lei mi rivela che gli occhiali non li trovo perchè li ho già sul naso. Anche Di Maio ha la soluzione davanti agli occhi e non la vede.

Di Maio dovrebbe ricordare che dopo le ultime elezioni europee i cinque stelle non avevano un numero di deputati europei sufficiente per formare un gruppo parlamentare. Ed allora decisero di fare gruppo con l’UKIP di Farage. Qualcuno fece notare che Farage era platealmente xenofobo e nemico giurato dell’Unione europea. Ma Grillo replicò che quello stipulato con Farage non era un’alleanza ma un accodo tecnico. Ebbene, alla luce di questo precedente, perché non fare un accordo tecnico con Berusconi?

Di Maio e Berlusconi pertanto potrebbero convocare una conferenza stampa congiunta, nella quale, dopo essersi scambiato qualche insulto sanguinoso, giusto per far capire ai giornalisti presenti che loro si detestano e disprezzano profondamente, annuncerebbero di avere stipulato un accordo tecnico. Per il bene del Paese, naturalmente. Se poi dovesse spuntare qualche rompiscatole di giornalista che tentasse di insinuare che questo accordo tecnico somiglia tanto ad un inciucio, si potrebbe sempre chiamare un buttafuori e farlo mettere alla porta.

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