ORA DI PUNTA/ Non-elettore fa rima con disertore

di SERGIO SIMEONE – Le elezioni del prossimo 4 marzo si svolgeranno in un contesto internazionale profondamente diverso da quello in cui si svolsero le elezioni del  2013.

La novità più importante (e preoccupante) è senza dubbio  il passaggio degli Usa, la più grande potenza economica e militare mondiale, dalla presidenza di Obama a quella di Trump. Si tratta di un mutamento allarmante, non solo per il carattere imprevedibile dell’uomo o per il suo conservatorismo, ma  per le scelte destabilizzanti dell’equilibrio mondiale effettuate in vari campi: il rilancio del nazionalismo, la chiusura verso i migranti , soprattutto quelli provenienti dai Paesi islamici, il protezionismo come guerra  commerciale, la riforma fiscale per favorire il rientro dei capitali americani, con la conseguenza di impoverire i Paesi che avevano beneficiato degli investimenti americani, l’isolazionismo fatto non solo di assenze, ma anche di atteggiamenti minacciosi come la decisione di dotarsi di bombe atomiche a basso potenziale.

In Europa purtroppo  la politica di Trump entra in risonanza  con le scelte politiche di alcuni Paesi, segnatamente quelli ex sovietici, dove si erigono muri contro i migranti, viene coltivata l’intolleranza religiosa contro  l’Islam, vengono rimesse in discussione conquiste civili come l’aborto, e in Polonia viene addirittura abbattuto uno dei pilastri della democrazia, la divisione dei poteri. Ultimamente anche l’Austria  è andata ad ingrossare le file dei Paesi  di Visegard.

Per fortuna è fallita la spallata  tentata dai movimenti populisti, xenofobi ed antieuropei in Francia ed in Germania. Ma che cosa succederà se in Italia alle prossime elezioni  dovesse prevalere il centrodestra? Salvini  annuncia senza infingimenti i suoi progetti ispirati a xenofobia, intolleranza religiosa (è arrivato a dire che l’Islam è anticostituzionale), egoismo nazionale, antieuropeismo. La conseguenza sarebbe la frantumazione dell’Europa che perderebbe il suo ruolo di continente con il più alto tasso di democrazia di civiltà e di pacifica convivenza.

Fa ridere amaramente pensare che molti  (anche la Merkel ?!) sono tranquilli perchè fanno affidamento sulle capacità moderatrici di Berlusconi. Ma come si fa a fare affidamento sul politico che ha sdoganato i neofascisti, che ha tentato di far diventare ministro della Giustizia un avvocato che per suo conto corrompeva i giudici, che è stato condannato per frode fiscale, che mentre l’Italia era ormai sull’orlo della bancarotta, ripeteva come un mantra: l’Italia non è in crisi perché i ristoranti sono pieni!

Occorre invece  gettare un serio allarme sui pericoli che in queste elezioni corrono l’Italia e l’Europa. Io, che ho sempre provato fastidio per quei partiti che impostavano la campagna elettorale non esponendo i propri programmi ma criticando le proposte degli altri,  mi sento di dire che invece  questa volta bisogna andare a votare soprattutto per fermare questa minacciosa onda nera che rischia di snaturare la democrazia del nostro Paese e di arrestare il processo di integrazione europea.

Leggo su alcuni giornali che una parte cospicua dei probabili astensionisti è costituita da non-elettori di sinistra, che non trovano nessun programma perfettamente corrispondente alle proprie idee politiche. Bisogna chiamare le cose con il loro nome: chi pensa di essere di sinistra e il 4 marzo non va a votare in realtà o è un ignorante incapace di leggere la realtà in cui vive o è un disertore della battaglia per la democrazia.

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