ORA DI PUNTA/ Quanto durerà la non-verità sul caso Regeni?

di GIOVANNI PEREZ – Premesso che sono d’accordo sull’introduzione obbligatoria dei nuovi sacchetti biodegradabili per la spesa, prescindendo dalla polemica su chi debba pagarli, una domanda comunque la vorrei porre al governo: come la mettiamo con la difesa a tutti i costi dell’Eni petrolifera, che invece vive e prospera di quel petrolio col quale si confezionano, oltre ai sacchetti, tanti altri prodotti non biodegradabili di cui però nessuno parla?
Caro Gentiloni, quanto pensate di essere credibili se per non disturbare gli affari dell’Eni, che sfrutta i giacimenti petroliferi davanti alle coste egiziane, avete rinunciato a chiedere ad Al-Sisi di ammettere la verità sull’omicidio del giovane studioso italiano Giulio Regeni?  Finora ci è stata propinata una verità non-verità, alla quale il nostro governo non può fingere di credere, perché  nessun italiano che si rispetti è disposto ad accettarla, neppure come verosimile. Una non-verità che dovrebbe dunque servire solo a favorire l’oblio.
Comunque ciò che fa specie in questa vicenda è anche la constatazione che i sostenitori del governo continuino ad ignorare l’omicidio Regeni e la richiesta di punizione dei responsabili e dei mandanti del suo assassinio.
Ai vertici del Pd evidentemente non ci si rende conto che una larga parte dell’elettorato italiano, almeno in questo caso, non è disposto ad accettare i tentativi di far dimenticare il delitto in  nome “della ragion di Stato” (o della ragion dell’Eni). E ne trarrà le conclusioni.

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