di DOMENICO MACERI – «Credo che l’Europa debba trovare un modo di gestire l’immigrazione, perché è quello che ha acceso la miccia». Con queste parole in un’intervista al giornale britannico The Guardian, Hillary Clinton ha spiegato l’ascesa del populismo che ha causato la perdita di consensi elettorali alla sinistra in Europa ma anche in America. La Clinton ha continuato spiegando che ammira la generosità e l’accoglienza dimostrate ai migranti da Angela Merkel ma non si può continuare su quella strada perché scombussolerà il sistema politico.
La Clinton ha ragione che la destra ha usato la paura degli stranieri per ascendere al potere. Ce lo confermano il voto in Gran Bretagna con la Brexit e i successi elettorali di regimi di destra in Europa dell’Est, in particolar modo quelli della Polonia e ldel’Ungheria. Ma anche nell’Europa Occidentale la destra ha ampliato il suo potere conquistando maggioranze in Austria e erodendo il partito della Merkel in Germania con l’uscita della Cancelliera dal vertice della Cdu (e al prossimo giro anche dal governo del paese).
Anche in Italia la Lega è riuscita a raddoppiare i suoi consensi, divenendo, secondo i più recenti sondaggi, il principale partito del Paese. Il più recente successo della destra si è manifestato in Spagna, dove il Partito Vox ha vinto parecchi seggi nel parlamento dell’Andalusia, roccaforte della sinistra.
L’elettorato, preoccupato dalla presenza sempre crescente di migranti, si è rivolto ai partiti che hanno promesso soluzioni facili per affrontare i timori causati dai nuovi arrivati, che accrescono l’incertezza economica ma anche sociale. I dati scientifici ci dicono che la paura non è basata su fatti reali poiché i reati stanno diminuendo. Inoltre i reati commessi dai migranti rappresentano cifre inferiori a quelli commessi dai nativi. Ciononostante un reato commesso da uno straniero viene spesso amplificato dai media e strumentalizzato da leader della destra per alimentare il clima di paura.
C’è poi l’impatto culturale, che, aggiunto alla paura per i migranti, amplia l’insicurezza generando l’impressione che i migranti vogliano imporre la loro religione e la loro cultura.
I nuovi arrivati però non intendono imporre la loro cultura poiché non hanno nessuna intenzione di ricreare il sistema politico ed economico che li ha indotti a fuggire dai loro Paesi, spesso rischiando la vita. Ciononostante la loro presenza e la probabilità di nuovi arrivi causa allarme e preoccupazione.
Le soluzioni semplicistiche che i populisti offrono volentieri con i «muri» e con la chiusura delle frontiere vengono ricompensati con i voti. Non ci sono però soluzioni facili. La sinistra ha saputo fare poco altro che offrire la lodevole empatia per esseri umani che sfuggono da guerre e miseria. La strada politica meno pericolosa per limitare le sconfitte elettorali è stata quella di parlare poco di migranti e concentrarsi su altri temi. Lo hanno fatto però, e con successo, i democratici in America alle recenti elezioni di metà mandato, sottolineando l’importanza della sanità e l’antipatia verso Trump, i cui sondaggi lo danno solo al 38 per cento di popolarità.
L’inquilino della Casa Bianca ha invece insistito sulla questione dell’immigrazione intuendo, forse giustamente, la debolezza dei democratici sul problema dei nuovi arrivati. Trump ha etichettato la cosiddetta carovana di migranti dall’America Centrale come una «invasione», inviando cinquemila soldati al confine per impedire loro l’ingresso. Il 45° presidente ha inoltre minacciato di togliere i contributi ai Paesi centroamericani, peggiorando la situazione, e alla fine generando più profughi.
I democratici però non hanno abboccato all’esca di Trump e hanno condotto una campagna politica sottolineando la questione della sanità nella quale hanno vantaggi sui repubblicani, i quali avevano cercato negli ultimi due anni di ridurla, causando insicurezza. In particolar modo, i candidati democratici hanno usato la copertura delle condizioni preesistenti come elemento basico mentre i repubblicani volevano che le compagnie decidessero su chi assicurare e chi no prendendo in considerazione anche malattie preesistenti. La campagna dei democratici ha funzionato, come ci conferma la loro conquista della maggioranza alla Camera, aiutati anche dalla tossica personalità di Trump.
Al di là dei risultati elettorali, la questione dei migranti non si risolverà facilmente. Matteo Salvini ha intuito la soluzione condensata nello suo slogan “aiutiamoli a casa loro”. Ciò richiede tempo e cooperazione internazionale invece degli scontri verbali provocati dal ministro dell’interno italiano. Salvini però non ha fatto nulla per stabilire legami con altri Paesi europei e africani necessari per gestire meglio la situazione. Mantenere l’insicurezza gli frutta più voti e gli dà l’opportunità di continuare la sua campagna elettorale. Gli elettori, assetati di risposte immediate, continuano a incrementare il loro sostegno a Salvini e al suo partito mentre la sinistra rimane senza idee. Il suggerimento di Hillary Clinton sarebbe di copiare la destra divenendo in effetti una sinistra light che rema verso destra.
Yanis Varoufakis, però, la vede in modo diverso. L’ex ministro delle finanze nel Governo Tsipras in Grecia, in un’intervista al programma americano Democracy Now, ha dichiarato che la sinistra deve in primo luogo appellarsi “all’umanità degli esseri umani” ma allo stesso tempo usare la logica. Varoufakis ha continuato spiegando che la sinistra deve fare di tutto per migliorare la situazione economica al livello globale, affrontando le insicurezze degli occidentali, ma migliorando allo stesso tempo l’economia e la stabilità nei Paesi da dove fuggono i migranti. Una soluzione seria e lungimirante che però non offre le immediate soluzioni richieste dagli elettori.
*Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California (dmaceri@gmail.com).
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