di DOMENICO MACERI* – “Il tweet del presidente mi ha sconcertata”. Questo il commento della senatrice Susan Collins (repubblicana del Maine) all’attacco del presidente Donald Trump lanciato contro la dottoressa Christine Blasey Ford la quale aveva accusato Brett Kavanaugh di molestie sessuali risalenti al 1982 (trentasei anni fa) quando i due erano studenti liceali. Trump aveva resistito per cinque giorni, ma alla fine non ha potuto contenersi e ha attaccato l’accusatrice di Kavanaugh, cioè colui che ha nominato alla Corte Suprema per rimpiazzare il giudice Anthony Kennedy.
Tutto sembrava procedere bene per Kavanaugh dopo le sue testimonianze alla Commissione Giudiziaria nonostante le ovvie obiezioni dei senatori democratici. Poi l’accusa di molestie sessuali della dottoressa Blasey Ford hanno bloccato tutto. Dopo difficili negoziazioni, ambedue, Blasey Ford e Kavanaugh, hanno testimoniato davanti alla Commissione Giudiziaria del Senato. Pochi giorni prima delle testimonianze la situazione di Kavanaugh è peggiorata poiché altre due donne hanno dichiarato di avere subito molestie sessuali da parte del candidato a sostituire Kennedy alla Corte Suprema.
Durante la sua testimonianza Blasey Ford ha riassunto il presunto attacco subito da Kavanaugh. A una festa studentesca tenutasi nel 1982, Blasey Ford ha dichiarato che Kavanaugh la rinchiuse in una camera da letto in presenza di Mark Judge, amico di Kavanaugh, e le saltò sopra cercando di toglierle i vestiti e coprendole la bocca per impedirle di gridare. I due ragazzi erano ubriachi, secondo Blasey Ford, e Judge saltò su di loro e alla fine rotolarono a terra. Svincolatasi dalla presa, Blasey Ford si rinchiuse in un bagno mentre i due scesero al piano di sotto. Alla fine la giovane liceale riuscì a fuggire.
Blasey Ford ha iniziato la sua testimonianza spiegando di essere terrorizzata. Non è riuscita a dimenticare quell’episodio nonostante i tanti anni passati e nonostante il suo successo professionale, che l’ha condotta a un dottorato in psicologia e insegnamento alla Palo Alto University e anche alla Stanford University. Rispondendo a una domanda del senatore democratico Patrick Leahy, Blasey Ford ha detto che il ricordo più vivido della sua esperienza consiste nelle “fragorose risate” dei due, che “si stavano divertendo” sulla sua pelle.
Nella sua testimonianza Kavanaugh ha smentito l’accusa della Blasey Ford sottolineando le sofferenze subite dalla sua famiglia che hanno infangato il suo nome. Kavanaugh, parlando con un tono battagliero tipico di un politico alla Trump invece di giudice pacato, ha gridato al complotto attaccando la sinistra e la commissione giudiziaria per la situazione. Ovviamente, i senatori repubblicani lo hanno difeso mentre i democratici hanno cercato di difendere la Blasey Ford.
A peggiorare la situazione di Kavanaugh sono state le accuse di altre due donne e non si sa fino al momento se altre ne verranno a galla. La principale però è quella di Blasey Ford che la maggioranza repubblicana alla Commissione giudiziaria temeva. Gli undici membri repubblicani, tutti uomini, non volevano ripetere il massacro di Anita Hill, la quale aveva accusato di molestie sessuali Clarence Thomas, nominato alla Corte Suprema da George W. H. Bush nel 1991. Nelle sue testimonianze i senatori repubblicani fecero di tutto per dipingerla come non credibile attaccando la sua persona.
Questa volta, nel clima di #metoo, i senatori repubblicani hanno invitato la procuratrice Rachel Mitchell, responsabile della divisione speciale vittime della procura di Maricopa County, Arizona, a interrogare Blasey Ford. Se invece lo avessero fatto i senatori, come è tipico, il contrasto avrebbe peggiorato ancor di più la situazione di una donna vittima attaccata da uomini, come lei sostiene che le era già avvenuto con Kavanaugh.
La maggioranza repubblicana alla Commissione Giudiziaria del Senato aveva fretta di concludere per arrivare al voto. Alla fine si è trattato di un confronto fra due individui ambedue dichiaratisi vittime senza però raggiungere un chiarimento. Molte altre informazioni non sono state utilizzate o esplorate. Judge, l’amico di Kavanaugh, e le altre due donne cha hanno accusato Kavanaugh, non sono stati interpellati a testimoniare.
Il giorno dopo le testimonianze di Blasey Ford e Kavanaugh la Commissione Giudiziaria ha votato per la conferma. In dubbio era il voto del senatore Jeff Flake il quale alla fine ha deciso di votare con il suo partito ottenendo però il rinvio del voto del Senato di una settimana per consentire alla Fbi di indagare le accuse di molestie sessuali.
Kavanaugh ha superato il primo ostacolo ma rimane ancora in dubbio quello del Senato dove Kavanaugh potrebbe venire silurato perché la maggioranza dei repubblicani è risicata (51-49). Comunque vada, una conferma di Kavanaugh alla Corte Suprema porterebbe a un totale di tre giudici macchiati: Clarence Thomas, confermato nel 1991, fu accusato da Anita Hill di molestie sessuali e Neil Gorsuch, confermato l’anno scorso, ha preso il posto che i repubblicani hanno “rubato” a Merrick Garland, che per nove mesi il Senato non prese in considerazione. Inoltre, Gorsuch è stato nominato da Trump, un presidente la cui elezione è stata macchiata dai sospetti di interferenza russa. Kavanaugh, se confermato, potrebbe in un caso remotissimo subire l’impeachment, se alcune delle accuse dovessero essere considerate come atto criminale.
La “sconfitta” di Blasey Ford e dei democratici però potrebbe rivelarsi un altro tassello per energizzare gli elettori, specialmente le donne, a presentarsi in massa alle elezioni di midterm che si svolgeranno fra poche settimane.
*Domenico Maceri è Professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California (dmaceri@gmail.com).
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