di DOMENICO MACERI* – “Non parlano inglese. Non si integrano bene “. Così John Kelly, capo dello staff di Donald Trump, ha descritto le sue ragioni sulla necessità di impedire agli immigrati messicani di entrare negli Stati Uniti. I bisnonni di Kelly venivano dall’Irlanda, ma da parte di sua madre erano italiani, di Avellino. Poco si sa sulle loro capacità linguistiche, tuttavia alcune ricerche del Washington Post rivelano che la sua bisnonna non conosceva l’inglese dopo 30 anni di vita negli Stati Uniti.
L’esperienza linguistica della bisnonna di Kelly non è un’anomalia. I miei genitori, ora deceduti, impararono pochissimo l’inglese in quaranta anni di residenza in America.
Perché la gente non impara l’inglese? Dopotutto, non è un gioco da ragazzi?
In realtà, imparare una lingua può essere facile per alcune persone, ma una serie di ostacoli può renderlo difficile se non impossibile per altri. Il primo è l’età. Tutti i bambini immigrati in America imparano l’inglese come madrelingua. Di questi giorni l’esempio più discusso viene testimoniato dai “Dreamers”, i giovani portati in America senza documenti dai loro genitori. Quelli che vengono da adulti impareranno abbastanza inglese per cavarsela. Alcuni potrebbero non imparare mai l’inglese a causa del loro basso livello di istruzione e della scarsa conoscenza della propria lingua. È molto difficile imparare una nuova lingua se non si conosce la propria molto bene. I miei genitori, e molto probabilmente la bisnonna di Kelly, affrontarono le sfide dell’età e dell’istruzione limitata.
La lingua madre degli immigrati può anche rendere più facile o difficile l’apprendimento dell’inglese. I parlanti di lingue europee con un alto grado di istruzione nella propria lingua di solito imparano l’inglese bene. Tuttavia, quelli venuti negli Stati Uniti da adulti non perderanno mai l’accento straniero. Arnold Schwarzenegger, Arianna Huffington, Henry Kissinger, Melania Trump porteranno il loro accento nella tomba poiché la pronuncia dell’inglese è molto impegnativa.
Gli immigrati istruiti che parlano una lingua non europea impareranno anche l’inglese, ma avranno difficoltà. Un immigrato della Cina potrebbe infatti impiegare il doppio del tempo per imparare l’inglese comparato a uno della Francia.
Come si sa, l’inglese e il cinese hanno poco in comune mentre il francese e l’inglese condividono una serie di caratteristiche linguistiche che semplificano l’apprendimento della nuova lingua.
Normalmente, il genere influisce anche sulla capacità di apprendimento. Le donne immigrate, che hanno la tendenza a rimanere a casa e prendersi cura dei bambini, hanno meno probabilità di imparare rispetto agli uomini che vanno a lavorare e inevitabilmente hanno più contatti con gli americani.
Una sfida condivisa da praticamente tutti gli immigrati nell’apprendimento dell’inglese è però il tempo. Gli immigrati vengono negli Stati Uniti principalmente per motivi economici e lavorano lunghe ore. È difficile frequentare i corsi serali dopo aver lavorato duramente per l’intera giornata, anche se in realtà molti lo fanno.
Chiunque pensi che imparare una lingua sia facile dovrebbe parlare con gli americani che hanno vissuto all’estero per molti anni. Molti di loro imparano poco o niente della lingua straniera. Esattamente come è difficile per gli americani imparare altre lingue, è anche difficile per gli immigrati imparare l’inglese in parte a causa delle particolari complessità della lingua. Alla fine, però, gli immigrati imparano abbastanza inglese per vivere in America stabilendo le basi necessarie per i loro figli e nipoti permettendo loro di integrarsi pienamente e vivere il sogno americano.
Gli antenati di Kelly, conoscendo l’inglese o no, si sono integrati nella società americana, permettendogli di raggiungere le più alte posizioni di leadership. Ciononostante la sua debolissima conoscenza in alcune materie e nella nostra storia suscita forti dubbi sul suo giudizio nel trattare la questione dell’immigrazione. Conosciamo molto bene gli attacchi di Donald Trump sugli immigrati, etichettandone alcuni come provenienti da “paesi di merda” e altri come “animali”. Kelly è molto meno stridente e infatti avrebbe dato al suo capo un voto molto basso, etichettandolo come “idiota” per non capire come funziona DACA, il decreto che permette ai “Dreamers” di rimanere temporaneamente negli Stati Uniti. Purtroppo, Kelly non fa molto meglio. I suoi commenti sugli immigrati che non parlano inglese e quindi non sono in grado di integrarsi non sono così estremi quanto la caratterizzazione degli immigrati del suo capo, ma anche lei merita la bocciatura.
Le opinioni di Trump e Kelly sull’immigrazione riflettono non solo un fraintendimento della storia, ma includono anche un rifiuto dell’America come terra di immigrati. Trump e Kelly alla fine usciranno di scena convertendosi solamente in un capitolo sfortunato della storia americana. L’America però sopravviverà e continuerà a crescere grazie al costante contributo dei nuovi arrivati. Quando gli immigrati smetteranno di entrare nel nostro Paese, il declino dell’America sarà iniziato.
*Domenico Maceri è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California (dmaceri@gmail.com).
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