OSSERVATORIO AMERICANO/ La carta “Medicare” giocata da Sanders

Domenico Maceridi DOMENICO MACERI* –

“È ora che la nostra nazione si allinei ai Paesi industrializzati e garantisca copertura sanitaria a tutti”. Parla il senatore del Vermont Bernie Sanders mentre annuncia la sua proposta di ampliare il Medicare, la sanità per gli anziani, e renderla accessibile a tutti i cittadini. Si tratterebbe di un terremoto nella sanità statunitense perché, oltre a ridefinire la sanità come un prodotto da comprare, diventerebbe un diritto umano, pagato ovviamente dalle tasse versate dai datori di lavoro e dai lavoratori.
Il piano di Sanders confermerebbe la sua definizione di un politico definito socialdemocratico stile Danimarca o Svezia. Non si tratta di comunismo o socialismo come l’estrema destra ha cercato di etichettarlo. In sintesi, il concetto del Medicare for all, Medicare per tutti, sembra logico perché il sistema di sanità funziona con gli anziani i quali nell’ultima parte della vita usano moltissime risorse mediche. Con una popolazione più giovane e diversa funzionerebbe molto meglio. Per coprirne i costi Sanders richiederebbe ai datori di lavoro di pagare una tassa del 6,2 per cento e di 2,2 per cento ai lavoratori. Inoltre le tasse verrebbero aumentate a carico delle persone con reddito da 250.000 a 500.000 dollari al 37 per cento e del 52 per cento a coloro che hanno un reddito di 10 milioni o più. Si calcola che il costo totale sarebbe di 6 mila miliardi per dieci anni.
Sembrano cifre molto alte, ma un’analisi  dell’economista Gerald Friedman ci dice che si risparmierebbero soldi. Una famiglia tipo, con reddito di 50.000 dollari annui, al momento paga 6.000 dollari per l’assicurazione. Nel piano di Sanders questa famiglia pagherebbe 466 dollari annui risparmiando 5.500 dollari.  Per una famiglia con reddito annuale di 28.000 dollari o meno il costo sarebbe zero.
I datori di lavoro da parte loro risparmierebbero 9.400 dollari annui sui costi da coprire per i loro dipendenti con una riduzione da 12.591 attuali a 3.100.
In effetti, il piano di Sanders porterebbe gli Stati Uniti a uno stile di single payer in cui la sanità diverrebbe esclusivo compito del governo. Si ridurrebbero dunque i costi burocratici generali per le compagnie di assicurazioni dal 20 per cento al 6 per cento. Ciò avverrebbe mediante la riduzione delle forme, l’eliminazione dei salari stratosferici per gli amministratori delegati delle compagnie di assicurazione, la riduzione del personale per smistare ed esaminare tutti i documenti attuali.
Secondo uno studio dell’Institute of Medicine si calcola che 750 miliardi annui vengono sprecati in servizi non necessari e costi amministrativi, prezzi gonfiati dagli ospedali per coprire individui che non comprano assicurazione e non possono essere rifiutati dai pronto soccorso americani. Quando queste persone non pagano per mancanza di assicurazione o perché incapaci di farlo per ragioni finanziarie gli ospedali gonfiano i prezzi per quelli in possesso di assicurazione.
Fino al momento pochi attacchi al piano di Sanders sono venuti a galla ma ovviamente Hillary Clinton, la sua diretta avversaria per la nomination democratica, ha già detto che il piano di Sanders sarebbe insostenibile. Lei preferisce continuare con l’Obamacare, la riforma del presidente Barack Obama approvata nel 2012. Dei miglioramenti si sono già visti con questa riforma, che ha coperto più di 19 milioni di individui. Ciononostante più di 30 milioni di residenti in America continuano ad essere senza assicurazione medica.
Gli attacchi dei candidati repubblicani fino ad ora si sono concentrati su Hillary Clinton prevedendo l’ex first lady come la loro probabile avversaria all’elezione generale. I recenti sondaggi però non danno per scontato questo esito. Sanders sta dando filo da torcere alla Clinton. Le difficoltà dell’ex first lady nelle primarie hanno fatto circolare voci che Michael Bloomberg, il miliardario ex sindaco di New York, stia valutando una corsa come indipendente alla Casa Bianca presentandosi come centrista fra i possibili estremi di Donald Trump da una parte e Sanders dall’altra.
Se Sanders continua a migliorare nei sondaggi i candidati repubblicani cominceranno a scoccare le frecce contro di lui. Si vedrà come il senatore del Vermont difenderà i suoi programmi per una America più giusta. Il problema dei repubblicani però sarà come attaccare il piano di Medicare per tutti sostenuto da Sanders senza spaventare gli anziani, che vedrebbero messa in pericolo la loro copertura sanitaria. Per non parlare dei loro piani sulla sanità, che fino ad oggi consistono nell’eliminare Obamacare, senza offrire alternative.

*Domenico Maceri
Docente di lingue all’Allan Hancock College, Santa Maria, California  (dmaceri@gmail.com)

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