OSSERVATORIO AMERICANO/ La paura per la pandemia e le nuvole sulla rielezione di Trump

di DOMENICO MACERI* – Poche settimane dopo il discorso di Donald Trump a Tulsa Oklahoma tenutosi il 20 giugno scorso lo Stato ha subito un’impennata di contagi Covid-19. Non si è assolutamente certi della causa ma “con ogni probabilità” il rally di Trump e le manifestazioni sull’ingiustizia razziale hanno aumentato i contagi, secondo il dottor Bruce Dart del Dipartimento di Sanità dell’Oklahoma. Va ricordato che al comizio di Trump non era obbligatorio l’uso di mascherine e ovviamente gli assembramenti sono stati pericolosi, anche se il numero di presenti era di gran lunga inferiore al previsto. Infatti, il 45esimo presidente era rimasto deluso dal numero di sostenitori presenti. Un milione di individui avevano fatto richiesta dei biglietti gratis, ma solo 6mila si sono presentati in un’arena con 19mila posti. I sedili vuoti hanno provocato rabbia all’attuale inquilino della Casa Bianca, il quale ha una sete insaziabile di incontrare il suo pubblico e creare una narrativa televisiva di popolarità. Lo share per Trump è indispensabile. La paura del Covid-19 ha però tenuto lontano molta gente creando paura per Trump e il futuro dei suoi rally.

Trump ha cancellato il successivo comizio programmato per Portsmouth nello Stato del New Hampshire, giustificandolo con le previsioni atmosferiche poco promettenti e per ragioni di “sicurezza”. In realtà si crede che la paura di avere pochi spettatori a causa del Covid-19 lo abbia costretto alla decisione. Non è facile trovare luoghi che accettino assembramenti di persone considerando le ovvie preoccupazioni per la pandemia. Nel caso del New Hampshire, il governatore Chris Sununu, repubblicano come il presidente, aveva ianticipato che non si sarebbe presentato per non correre rischi personali e per non farne corre alla propria famiglia.

La stessa paura ha costretto Trump a ridimensionare la Convention repubblicana. Originariamente programmata per il North Carolina, il 45esimo presidente aveva cambiato sede perché il governatore Roy Cooper aveva espresso preoccupazioni sulla sicurezza e richiesto un ridimensionamento con regole precise per ridurre i contagi. Trump aveva deciso di spostarla in Florida ma con l’impennata dei casi positivi nel Sunshine State aveva deciso che le celebrazioni programmate per Jacksonville erano cancellate. Adesso sembra che alcune parti della convention si terranno in North Carolina ed altre in Florida. In sintesi, la paura del Covid-19 ha costretto l’attuale inquilino della Casa Bianca a cambiare strategia sulla convention, dando l’impressione di una leadership titubante.

Trovandosi indietro nei sondaggi nazionali e anche in parecchi degli Stati in bilico,  storicamente decisivi per le elezioni, Trump aveva bisogno dei suoi rally per cercare di ribaltare la situazione. Mancano meno di cento giorni al voto del 3 novembre e il tempo stringe. La paura del Covid-19 ha costretto Trump a cercare alternative ai comizi per cambiare rotta. Ecco come si spiega la riattivazione delle conferenze quotidiane sul Covid-19 alle quali i media sono quasi costretti a essere presenti. Si tratta di situazioni in cui Trump si presenta ai giornalisti solo, senza i soliti esperti come il notissimo virologo dottor Anthony Fauci e la dottoressa Deborah Leah Birx, coordinatrice della task force della Casa Bianca sul Covid-19.

La paura di recarsi alle urne per votare sta causando anche grandi timori negli elettori, i quali stanno dando chiari segnali di preferire il voto per corrispondenza. Trump lo teme poiché crede, senza buone ragioni, che lo danneggerebbe politicamente, cercando di denigrarlo come fonte di frode elettorale. Recarsi a votare di persona avverrà in quegli Stati in cui non si permette il voto per posta.

La paura dei contagi avrà un serio effetto su tutti ma specialmente sugli anziani. Questa fascia di elettorato  ha favorito Trump nel 2016, ma adesso lo sta abbandonando a causa della paura del Covid-19 e della mancata leadership di Trump nell’affrontare la pandemia. In Florida, per esempio, stato chiave per la vittoria, Joe Biden è avanti di 10 punti su Trump tra gli elettori over 65. In Michigan il margine di Biden su Trump tra gli over 45 raggiunge undici punti.

La paura del Covid-19 ha aperto gli occhi agli anziani e alla stragrande maggioranza degli americani, rivelando che Trump parla a ruota libera e non li può proteggere da questo nemico invisibile. Trump dunque cerca in tutti i modi di crearsi altri nemici come i manifestanti di alcune città americane dove continua qualche scontro con le forze dell’ordine. Il 45esimo presidente ha mandato agenti federali, in alcuni casi senza divise, per difendere la proprietà federale ma anche per dare l’impressione che lui è il “presidente della legge e dell’ordine”. Si tratta ovviamente di un diversivo di fronte al fatto che oltre 150mila americani hanno perso la vita per il Covid-19 e oltre 4 milioni sono stati contagiati.

Trump ha espresso non poche volte tendenze autoritarie ma nel caso della pandemia si è rivelato incapace di un atteggiamento coerente nella difesa dal nemico invisibile. Ha delegato ai governatori il compito di affrontare il Covid-19 senza fare uso di una strategia nazionale. Si è caduti in una situazione sequenziale in cui il virus è stato più potente nel Nordest e poi nelle ultime settimane i focolai si sono spostati nel Sud e nell’Ovest.

Mancano tre mesi alle elezioni presidenziali e Trump continua sulla stessa strada che non aiuta a vincere  la paura dei contagi. Si crede che l’esito del voto potrebbe non essere immediato poiché molti americani voteranno per corrispondenza e il conteggio delle schede richiederà più tempo del normale. Per creare ancora di più paura nella mente di molti americani Trump ha persino dichiarato che potrebbe non accettare l’esito delle elezioni. In un periodo in cui manca la sicurezza Trump non solo non rassicura ma getta persino benzina sul fuoco dell’incertezza. Il caos gli va bene. Ai leader autoritari o aspiranti tali il caos offre opportunità per mantenersi al potere.

*Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California  (dmaceri@gmail.com).

Be the first to comment

Leave a Reply