di FABIO CAMILLACCI/ E’ triste ricordarlo, è triste scriverlo: ma, il calcio è questo. Nel calcio contano i risultati e quando non arrivano paga sempre l’allenatore. Rarissime le eccezioni in tal senso. Una legge non scritta che condanna nuovamente Mihajlovic, già cacciato dal Milan: il tecnico serbo non è più l’allenatore del Torino. Si tratta del 7° esonero in Serie A dall’inizio della stagione. Da tempo sotto esame, Miha paga l’eliminazione dalla Coppa Italia. Fatale il derby con la Juventus. Sembra l’ennesimo controsenso del calcio moderno (alla luce della forza della Juve), però, come detto mister Sinisa era nel mirino di patron Cairo da tempo. Al di là della sconfitta contro i bianconeri, dunque, Mihajlovic paga il deludente campionato del Toro: 10° posto con 25 punti al termine del girone di andata. Piccola considerazione: nonostante l’acclarata mediocrità di Miha come tecnico, non crediamo che la rosa granata possa aspirare a molto di più. In fondo il Torino è a 5 punti dalla Samp, 6° in graduatoria. Vedremo se Walter Mazzarri, scelto come sostituto di Mihajlovic, saprà fare meglio del suo predecessore.
Il racconto di un esonero comunque a sorpresa. E’ quasi l’una di notte e Sinisa Mihajlovic è da poco rientrato in hotel ancora furioso per l’esito della stracittadina di coppa contro i cugini juventini, quando riceve una telefonata: è il direttore sportivo Petrachi il quale lo informa della decisione presa dalla società. L’ufficialità arriva nella tarda mattinata di giovedi 4 gennaio con un comunicato pubblicato sul sito della società: “Il Torino Football Club comunica di aver esonerato Sinisa Mihajlovic dall’incarico di allenatore della Prima Squadra. A Sinisa e al suo staff vanno i ringraziamenti per l’impegno e per la passione dimostrati in questi 18 mesi in granata”.
Il dispiacere dei calciatori del Torino. Mihajlovic potrà forse consolarsi con l’affetto che gli hanno dimostrato i suoi giocatori, dispiaciuti per l’improvviso esonero, tanto da presentarsi in piena notte nel suo hotel dopo aver appreso la notizia. Una delegazione capeggiata dal capitano Belotti, con Ljajic, Baselli e Niang ha voluto dire al tecnico che la squadra era ancora con lui. Il tecnico si è intrattenuto con loro abbracciandoli ed è scesa anche qualche lacrima. Miha era stato spesso anche pubblicamente molto duro con i suoi giocatori ma il rapporto franco, maschio e diretto gli aveva permesso di instaurare un forte feeling con il gruppo. Feeling che però non è bastato a portare qualche vittoria in più e a far decollare la stagione dei granata.
La firma di Walter Mazzarri. Il tecnico di San Vincenzo, partendo dalla sua Toscana, ha raggiunto il capoluogo piemontese per discutere i dettagli del contratto con la società di Urbano Cairo; ha firmato con i granata nelle prime ore del pomeriggio di oggi e poi ha diretto il primo allenamento in una seduta a porte chiuse. Mazzarri torna, dunque, a guidare un club di Serie A dopo la parentesi di un anno in Premier League al Watford. L’ex tecnico di Napoli e Inter (tra le altre) avrà a disposizione il suo staff: porterà con sé Nicolò Frustalupi (vice), Giuseppe Pondrelli (preparatore) e Claudio Nitti (assistente). Mazzarri aveva un accordo col club inglese di Pozzo valido fino al 2019, nonostante la risoluzione consensuale del contratto nel maggio scorso. A Torino ha firmato un contratto che scadrà nel 2020: non sarà, dunque, un semplice traghettatore. Ritroverà Niang, molto utilizzato durante il prestito del francese a nord-ovest di Londra, e potrebbe chiedere un altro francese, Capoue, in uscita dalla Hornets. Il prossimo match del Toro in campionato è in programma sabato alle 12.30, in casa col Bologna.
Mazzarri riparte dal suo storico modulo. Anche in Inghilterra, l’allenatore toscano ha proposto la difesa a tre, il suo marchio di fabbrica. Il 3-5-2, con varianti di 3-4-2-1, rimane il sistema di gioco di riferimento. Con 4 centrali di buon livello come N’Koulou, Lyanco (ora infortunato), Burdisso e Moretti, il problema ora è essenzialmente sulle fasce, visto l’infortunio di Ansaldi. Davanti, quando tornerà Belotti ci sarà un discreto intasamento: il Gallo, Ljajic, Iago Falque e Niang, oltre a Boyé, Sadiq, Edera e Berenguer, lotteranno per 2-3 posti.
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